Il titolo di Avalanche Studios (Just Cause) che procediamo ad analizzare in questa recensione appartiene ad un genere non propriamente adatto a tutti, che spesso non collima con i valori morali intrinseci ad ognuno di noi. The Hunter: Call of the Wild è un simulatore di caccia con visuale in prima persona e per questo motivo, indipendentemente da quanto espresso prima, siete totalmente liberi di proseguire o meno la lettura dell’articolo.
The Hunter: Call of The Wild offre due riserve (tre con il DLC a pagamento) in cui il giocatore può imbracciare il proprio fucile e muoversi liberamente alla ricerca di un trofeo; parliamo di aree che si estendono per più di 130 km quadrati da battere a piedi oppure a bordo di quad.
Gli animali, che siano mansueti come i cerbiatti o le lepri oppure aggressivi come gli orsi ed i cinghiali, non staranno di certo fermi immobili a farsi colpire da un proiettile, piuttosto scapperanno a zampe levate non appena avvertiranno un minimo rumore e odore. Per riuscire con successo nell’impresa bisogna innanzitutto seguire le tracce e tenere sott'occhio la direzione del vento, sempre visibile ai margini dello schermo. Individuata la presenza della preda, è necessario anche prestare attenzione a muoversi con estrema cautela, utilizzare un apposito richiamo e tenere a portata di mano il binocolo.
Avvistato l’obiettivo, posto alla giusta distanza, si può tentare il primo colpo con il fucile in dotazione trattenendo il respiro e compensandone manualmente la mira; le migliori ricompense, in termini di denaro ed esperienza, avvengono con tiri precisi alle parti vitali dell’animale.
I colpi meno precisi, invece, faranno sanguinare e scappare la preda rendendo ancora più duraturo e snervante l’inseguimento. Talvolta ci si può confondere con le tracce di altri animali rendendo obbligatorio il dover tornare indietro sui propri passi per rimettersi nella giusta pista.
L’esperienza guadagnata sul campo viene tramutata in punti spendibili in abilità passive molto utili a non farci sorprendere dagli animali facendo meno rumore, avere una mira più ferma o riuscire a trattenere il respiro più a lungo. Sono molteplici le skills che il giocatore può attivare dall’apposito menu, ma non solo...utilizzando spesso la stessa arma avrà anche accesso ad equipaggiamenti migliori di quello stesso tipo.
Negli avamposti sparsi lungo la riserva è possibile riposarsi e far passare velocemente il tempo (nel caso si voglia cacciare di giorno o di notte) oppure acquistare fucili, richiami, tende e munizioni con i soldi guadagnati. Di base il gioco prevede una serie di incarichi da portare a termine e che il giocatore può consultare dal proprio palmare, si va dal fotografare un particolare animale al cacciarlo oppure raggiungere una determinata zona. Grazie alla presenza di alcune torri di osservazione si possono inoltre sbloccare dei punti d’interesse sulla mappa, come ad esempio delle piccole strutture di appostamento da costruire in modo da sostare all’interno in attesa del primo trofeo sotto tiro.
La modalità multiplayer permette ai giocatori di cooperare in tempo reale ad un'unica battuta di caccia e di condividere informazioni sui trofei acquisiti; non abbiamo riscontrato alcun problema di sorta relativamente al netcode.
Tecnicamente i paesaggi mossi dal motore Apex offrono scorci di una bellezza che toglie il fiato. Spesso è obbligatorio fermarsi per ammirare la luce che filtra tra la fitta vegetazione dei boschi o le grandi catene montuose che incoronano i laghi. Tutte le riserve sono arricchite da un sistema di illuminazione sublime che ne scandisce il giorno e la notte oltre che alla presenza del meteo variabile con relativi effetti sonori anch’essi di elevata caratura. Già, perché il comparto sonoro non può essere da meno in un simulatore di caccia dove le orecchie del giocatore devono essere costantemente sollecitate da ogni singolo rumore, che sia quello di un legnetto secco appena calpestato o quello di una volpe che zampetta tra i cespugli del sottobosco.
The Hunter: Call of the Wild non è un titolo esente da bug, più volte abbiamo subito dei danni incastrandoci tra le rocce per poi vedere il nostro personaggio schizzare verso l’infinito mentre altre volte abbiamo visto svanire nel nulla le tracce che stavamo seguendo.
Fermo quanto appena riportato, il titolo sviluppato da Avalanche Studios è un buon simulatore di caccia per chi ama i ritmi di gioco estremamente lenti. Camminare, guardarsi intorno, camminare, camminare, guardarsi intorno e sparare: non è possibile giocare diversamente se l’intenzione è quella di portare a casa i trofei migliori e sbloccare l’attrezzatura più efficiente. Riuscirete nell’impresa?