Un tempo, nei pomeriggi adolescenziali, una delle frasi più gettonate era: “Giochiamo a nascondino?”.
Esattamente, non si parla di secoli fa e, nonostante questo, le modalità di gioco dei più giovani sono cambiate considerevolmente. Quali sono dunque le differenze sostanziali tra il divertirsi insieme di persona o via connessione internet?
Quanti di noi non si sono sbucciati almeno una volta il ginocchio dopo un estenuante inseguimento a piedi o in bici in cortile o non hanno mai riso a crepapelle fino a piangere? Si tratta di emozioni (e dolori) che con il passare degli anni si sono offuscati, fortunatamente non del tutto, con l’arrivo dei videogames. Crescendo, com’è normale che sia, si tende a dedicare meno tempo al gioco oppure quando si ha la possibilità, di sfruttarlo comodamente da casa. Anche se questo non avviene propriamente ad età adulta, l’intrattenimento ludico casalingo sembra essere diventato un “obbligo” assoluto. Quando le console di nuova generazione non erano ancora di voga, ci si ritrovava spesso con gli amici nelle sale giochi più vicine a casa o in centro città. Un passatempo poco diverso dai classici giochi di strada ma certamente più dispendioso, soprattutto se oltre ai soldi andavano a picco anche i voti di scuola. Dal punto di vista prettamente sociale era diverso: Si sceglieva, senza impegno, quale gioco provare, c’era competizione a “pelle” e l’intramontabile voglia di fare il “figo” se chi ci accompagnava era di sesso opposto al nostro. Non esistevano trucchi, se eri capace venivi testato sul momento e non avevi altre possibilità se non quella di inserire il gettone prima dello scadere del tempo dopo il game over. Si chiacchierava, si scambiavano opinioni e si scherzava e dopo qualche ora di puro divertimento si andava pure a mangiare una pizza oppure al cinema. Insomma, si usciva con la voglia di giocare ma soprattutto di stare insieme e questo era anche piuttosto salutare.
Con l’avvento dei giochi online il mondo del giocatore si è pian piano ristretto alle quattro mura domestiche, rendendolo a sua insaputa un piccolo “schiavo”. Bisogna ammetterlo, attraverso lo schermo e dietro ad un personaggio (che sia un alieno/elfo/orco/puffo o un mezzo a quattro/due ruote) non si può sentire l’adrenalina che scorre nelle vene dell’avversario, non c’è la stessa tensione che si riscontra a guardare un altro player negli occhi. “Certo”, direte voi, “Però la tensione durante uno scontro PvP (player vs player) rimane!”…sì, ma non è tangibile. Lo è quando vi sono delle partite organizzate via LAN ovvero quando una serie di pc sono collegati alla stessa rete, “costringendo” i giocatori a scambiarsi tattiche e battute varie da una postazione all’altra. Proprio in questo punto vogliamo soffermarci per una parentesi. Qualcosa di altamente magico lega i giocatori di tutto il mondo, da est ad ovest indistintamente, ovvero la capacità di sapersi organizzare nell’immediato: cooperare senza una necessaria relazione sociale l’uno con l’altro. Questo spiega come vanno avanti le migliaia e migliaia di sessioni multiplayer nel mondo ogni ora, non è necessario conoscere (in senso stretto del termine) il proprio rivale/compagno perché entrambi hanno un obiettivo comune da portare a termine. Questo però non vuol dire che i giocatori non possano avere nuove amicizie online perché fondamentalmente i servizi come ad esempio il LIVE e PSN (quindi Microsoft e Sony) nascono per far legare i giocatori indipendentemente dalla loro razza, religione, cultura. Sebbene siamo sempre stati abituati a fronteggiarci con un nostro compaesano, scoprire le abitudini e/o opinioni di un gamer straniero ci fa sentire più uniti e ci arricchisce aldilà del concetto di divertimento. E’ anche vero però che gli MMO (massive multiplayer online), giusto per citare il più famoso World of Warcraft, rischiano di assuefare in maniera viscerale chi li gioca. Nocivi è il termine che secondo noi è quello più adatto per questi tipi di giochi soprattutto se giocati da minori. Alquanto facile impersonare un personaggio di pura fantasia e renderlo reale nella vita di tutti i giorni, o rinchiuderci in un mondo che semplicemente non è il nostro. Proprio così, perché il lato oscuro del giocare online, specie quando l’unico modo per comunicare con gli altri è la chat testuale, è proprio la creazione di un alter-ego “fasullo”: un personaggio in grado di abbattere qualsiasi difficoltà e in grado di contrastare altri come lui ma che nella realtà, chi lo governa, potrebbe avere serie difficoltà nel rapportarsi con gli estranei.
Dunque, messe su una bilancia, l’interazione via internet e quella reale tra giocatori segnano svariate differenze, pregi e difetti di ogni sorta. Un tempo si spendevano fior di soldi in gettoni e ci si divertiva in comitiva mentre adesso lo si fa direttamente in casa, ingrassando. L’argomento che abbiamo voluto affrontare va ben oltre queste poche righe, abbiamo deciso di esprimerci genericamente per lasciare a voi gamers la parola. Fatevi sotto.