DARKEST DUNGEON - ANTEPRIMA

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 03.11.15

Dopo l’enorme successo guadagnato su Kickstarter, il progetto di Red Hook Studios chiamato Darkest Dungeon sbarca in “early access” su Steam e sin dalle prime battute si dimostra avvincente.
Parallelamente al genere RPG e roguelike, Darkest Dungeon si insinua astutamente nel filone dei titoli hardcore ed, in poche parole, o lo si ama o lo si odia da subito. Richiede infatti un approccio molto simile a quello impiegato con la serie Dark Souls, ovvero l’utilizzo delle giuste strategie di combattimento e la consapevolezza che gli eroi a nostra disposizione possono morire in modo permanente.
Avete capito bene, i dungeon di gioco, generati proceduralmente, possono essere esplorati da un party di quattro elementi. Tali eroi vengono arruolati nel piccolo borgo, che funge da “base di partenza” delle spedizioni, e gestiti sotto i classici aspetti quali la classe, le abilità, la posizione durante il combattimento e non meno importante lo stress.

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Durante le fasi esplorative, infatti, il party si muove in fila indiana e qualsiasi azione può comportare una ripercussione sullo stato d’animo e fisico degli avventurieri. Non solo, anche la luce proveniente dalle torce ha un tempo limitato che, una volta esaurito, scatenerà nel party paranoie di ogni genere e renderà gli scontri con i nemici più ostici.
Per farvi un esempio pratico, un eroe può attivare accidentalmente una trappola ed iniziare a sanguinare; se non avete bende con cui fasciarlo, questo inizierà a stressarsi a tal punto da “sbroccare” (nel vero senso della parola) e rifiutare le cure di un alleato medico o addirittura procurarsi ulteriori ferite in preda al panico. Immaginate se, ad una situazione appena descritta, si aggiungesse anche l’opprimente oscurità dovuta allo spegnimento delle torce. Il fattore stress è quindi un elemento importantissimo poiché da un singolo può estendersi all’intero gruppo e pregiudicare l’andamento della spedizione.
Durante i combattimenti, invece, la disposizione dei personaggi sul terreno di gioco è legata sia alla classe che alle abilità di questi; è chiaro che magie ed armi a lungo raggio prediligono terza e quarta posizione mentre spade e pugnali seconda e prima.
Nel borgo di cui vi abbiamo accennato qualche riga sopra, è possibile spendere il denaro racimolato per migliorarne alcune strutture e far sì che il party possa, ad esempio, recuperare in fretta la stanchezza accumulata, acquistare provviste, forgiare armi ed armature o tenere il conto di quanti eroi abbiamo mandato sottoterra.

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Darkest Dungeon si presenta in una splendida e particolareggiata grafica 2D, dai tratti scuri forti e con ambientazioni claustrofobiche. Ad accompagnare il suo particolare stile vi sono delle animazioni d’effetto, in grado di risaltare ogni azione nel giusto modo.
Abbiamo apprezzato molto il doppiaggio in lingua originale, decisamente in linea con il contesto cupo del titolo.
Se quanto vi abbiamo riportato stuzzica la vostra attenzione, allora correte su Steam e portate a termine l’acquisto. Nonostante il gioco sia in early access, il suo codice è molto stabile e non abbiamo riscontrato alcun problema in grado di minarne l’esperienza. In attesa che venga rilasciato anche su console di nuova generazione, Darkest Dungeon vale ogni centesimo speso…a patto che siate così folli da cimentarvi a braccia aperte nelle sue oscurità.

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