ESCAPE FROM TARKOV - ANTEPRIMA

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 13.05.17

Non tutti sanno che nei meandri del web si cela un first-person shooter che mescola l’esperienza MMO ad elementi da gioco di ruolo e survival il cui sviluppo è nelle mani del team Battlestate Games. Questo nome, sicuramente, non vi dirà nulla ma posso assicurarvi che il loro ambizioso progetto è riuscito a conquistarmi senza mezzi termini; di seguito ve ne spiegherò il motivo.
Tarkov è una fittizia cittadina russa nella quale due note compagnie militari private, BEAR e USEC, si fanno battaglia per le ultime ricchezze rimaste dopo la fuga della popolazione civile dal territorio. I giocatori dovranno quindi scegliere se lottare per la Russia o gli Usa e successivamente scappare dalla metropoli attraverso gli scenari proposti.
Allo stato attuale del progetto di Battlestate Games è possibile affrontare i pericoli di Tarkov tramite due modalità di gioco, sfruttando le fattezze di uno SCAV (scavenger) o di un PMC, ovvero il soldato appartenente alla fazione scelta dal giocatore. Giocando come SCAV si ha a disposizione un equipaggiamento casuale e l’obiettivo di racimolare quanto più loot possibile girovagando per la mappa. Il bottino, ammesso che non siate morti nel frattempo, dovrà poi essere estratto in un qualsiasi punto di uscita e soltanto a missione compiuta si potrà trasferire al personaggio principale (il soldato BEAR o USEC della modalità PMC ndr). Se questo sistema di raid vi suona familiare non siete pazzi, si avvicina molto a quanto abbiamo già visto nella Zona Nera di The Division.
Tuttavia, Escape of Tarkov non è un FPS arcade, piuttosto punisce duramente ogni minimo errore del giocatore facendogli perdere l’intero loot/equipaggiamento ad ogni morte. Tattica, pazienza, un buon armamentario ed un pizzico di fortuna sono fattori determinanti per la sopravvivenza; sotto questo punto di vista il gioco si avvicina di più a Dayz che ad un classico sparatutto in prima persona. Ad avvalorare questo mio paragone è senza ombra di dubbio l’incertezza di muoversi tra figure umane che, potenzialmente, potrebbero essere giocatori o bot, amici o nemici. Per esperienza personale qualsiasi cosa si muove davanti al mio naso e che non è in contatto audio va rasa al suolo, soprattutto quando la morte di uno può arricchire l’altro. Occhi sempre aperti, anche quando i giocatori sembrano ben felici di vedere un compagno di fazione perché appena girato l’angolo…bam! Accettata sulla nuca e bye bye inventario. Tenere un basso profilo vi salverà spesso da situazioni difficili e per farlo, bisognerà ricorrere spesso alla riduzione dell’andatura della camminata, sopprimendone quindi il rumore generato, accovacciarsi o sdraiarsi nell’erba alta e se possibile, utilizzare armi silenziate.

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Sopravvivere in Tarkov vuol dire anche badare ai parametri vitali del soldato che s’impersona; fame, sete, radiazioni, pressione sanguigna e stato generale del corpo e degli arti in particolar modo poiché le ferite sono tutte localizzate come nella serie Fallout. Dopo uno scontro a fuoco vi potrà capitare di rimanere azzoppati, con la vista annebbiata, di perdere copiosamente sangue o addirittura di rompervi un braccio. Medikit, bende, fasciature, morfina, painkiller e qualsiasi altro farmaco potrà essere una manna dal cielo se utilizzato con il giusto tempismo e rimettervi in carreggiata verso l’estrazione più vicina. Ogni azione del giocatore viene ricompensata attraverso punti esperienza che vanno a livellare le circa 100 abilità (non tutte sbloccate nell’alpha ndr) suddivise all’interno dei cinque rami principali: mente, fisico, combattimento, pratica, speciali.
La gestione delle armi è un altro pilastro fondamentale del gameplay di Escape from Tarkov, queste possono essere letteralmente smontate fino allo scheletro e rimontante con le apposite modifiche. Le combinazioni sono quasi infinite e gli appassionati della personalizzazione potranno sbizzarrirsi e provare sul campo le migliorie apportate ai loro strumenti di morte. Il feeling con l’arma cambia drasticamente in base a come quest’ultima è stata assemblata e ciò influisce su parametri come il rinculo, la gittata, il rateo di fuoco, il peso, la precisione, etc..
Un’ulteriore voce nel menù principale conduce il giocatore ai mercanti, che vendono equipaggiamenti e medicine in cambio di denaro virtuale. Nei loro negozi è possibile trovare tutto l’utile necessario ed alle volte anche modifiche che altrimenti bisognerebbe rubare dai cadaveri dei giocatori più esperti. Nella stessa schermata di gioco si nota, anche se non accessibile durante l’alpha test, l’intenzione degli sviluppatori di voler inserire anche una casa d’aste ed un ulteriore “Flea Market”, gestito interamente dai giocatori.

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Il comparto tecnico del titolo è supportato dal motore grafico Unity il quale, pur non essendo competitivo come quelli di ultimissima generazione, offre un’esperienza visiva del tutto godibile con un sistema di illuminazione, ombre e dettagli generali piuttosto credibili. Un ulteriore punto a favore è il ciclo giorno/notte e le diverse condizioni atmosferiche che si alternano nelle varie zone della città. Nonostante lo sforzo impiegato dagli sviluppatori in questo ambito risultano, non di rado, problemi di stuttering e cali di fps che in alcuni casi costringono a giocare Escape from Tarkov a qualità media anche su pc di fascia alta. Ben curato il comparto sonoro, direi fondamentale in un gioco di questo calibro; buone le campionature delle armi e degli effetti ambientali.
Sebbene Escape from Tarkov sia ancora un titolo in fase alpha e non propriamente ottimizzato sotto il profilo tecnico, offre già un livello di sfida innegabilmente hardcore che saprà stuzzicare l’interesse dei giocatori alla ricerca di qualcosa di impegnativo ed al contempo divertente ed appagante. Ho molto apprezzato la profondità della personalizzazione delle armi ed il coinvolgente comparto sonoro. Inoltre giocarlo in gruppo ed in contatto audio è un ulteriore esperienza che vi consiglio assolutamente di provare, percependone la tensione di ogni singolo passo mosso allo scoperto o l’ansia scaturita dalle voci nemiche in minaccioso avvicinamento. Sono ancora molti i contenuti attualmente in fase di sviluppo, come ad esempio nuove mappe (attualmente ce ne sono soltanto tre), nuove armi, gli incarichi, i clan, l’action house e le numerose skill già presenti ingame ma non ancora fruibili. Battlestate Games mira ad un gioco ancora più complesso dello stato attuale e probabilmente non adatto a tutti per la sua curva di apprendimento e per la possibilità di perdere l’equipaggiamento ad ogni morte. Potete acquistare e seguire il gioco attraverso il sito ufficiale; di seguito vi lascio ad una breve panoramica di ciò che vi aspetta nel caso in cui decidiate di buttarvi a capofitto nella mischia.

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