GHOST RECON: WILDLANDS - RECENSIONE

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 01.04.17

Dopo aver trascorso diversi mesi nella gelida ed infetta New York di The Division e dopo aver hackerato l’impossibile nella caotica San Francisco di Watch Dogs 2, Ubisoft ci consegna dei biglietti aerei con destinazione Bolivia per spodestare uno dei cartelli della droga più grandi e pericolosi di sempre: il Santa Blanca.
Una squadra di quattro Ghost (noi compresi) viene chiamata in causa per liberare i territori boliviani dai luogotenenti di El Sueño, il capo indiscusso dei Santa Blanca. Inoltre, al nostro fianco, vi sono anche i ribelli locali che necessitano di aiuto per ripristinare l’ordine e la legalità. Sostanzialmente, come avrete già capito, si tratta di “bonificare” le varie regioni fino ad arrivare alle testa di El Sueño con l’aiuto sporadico delle milizie locali. Non ci troviamo quindi di fronte alla classica storyline dalle sfumature politico-militare a cui ci ha sempre abituati Tom Clancy, bensì a qualcosa di più scialbo con personaggi che non lasciano di certo il segno per la loro originalità.
Partiamo con le nozioni generiche per chi non ha mai sentito parlare della serie Ghost Recon; si tratta di uno shooter tattico in terza persona dove, per l’appunto, è quasi obbligatorio avere pazienza, sangue freddo e tenere un basso profilo per tutta la durata della campagna.
In Wildlands Ubisoft ha reinventato la serie, prestando il fianco ad una struttura open-world che tanto sembra piacere ai giocatori di ultima generazione; sebbene questa nuova strada apre le porte a vasti e variegati scenari, lo stesso non si può dire per gli incarichi da portare a termine.

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Dopo aver creato un operatore, scegliendone aspetto fisico ed outfit, il gioco vi mette subito al comando della squadra, dirottandovi verso la prima missione che, principalmente, funge da tutorial. Da quel punto in poi avrete piena libertà di movimento, sia a piedi che con qualsiasi altro mezzo disponibile, e scegliere come avanzare tra i vari incarichi che Ghost Recon: Wildlands offre. Generalmente, in ogni regione ci sono dei documenti, risorse o equipaggiamenti da requisire e questi sono spesso sorvegliati da un gruppo di nemici che non esitano a crivellarvi una volta individuati.
Nonostante non sia impossibile farsi largo tra le forze ostili ad armi spianate, il gioco mette a disposizione alcuni strumenti per infiltrarsi senza destare sospetto. Il drone ed il binocolo sono i vostri fedeli compagni nel caso in cui vogliate giocare in stealth; entrambi infatti vi permettono di marcare i nemici, per voi e per la vostra squadra, al fine di tenerne traccia visiva degli spostamenti. E’ addirittura possibile numerarli affinchè i compagni possano eliminarli secondo il vostro ordine, eseguendo così uccisioni sincronizzate degne di un film d’azione. I membri del vostro gruppo, pilotati dalla IA non prendono alcuna iniziativa nel caso in cui decidiate di rimanere nascosti ma potete comunque impartirgli degli ordini attraverso un apposito menu rapido. I nemici d’altro canto si allertano facilmente per un vostro qualsiasi errore, che sia un colpo alla testa mancato oppure la scoperta del cadavere di un loro compagno; ciò che ci ha lasciati un po' perplessi è la facilità con la quale riescono ad individuare il giocatore nonostante questo sia nascosto nei posti più impensabili. Certo, giocando alla massima difficoltà questo accade con maggiore frequenza, ma potete sempre far perdere le vostre tracce e far calare lo stato di allerta e ricominciare proprio dal punto in cui avevate toppato.
Sebbene Wildlands sia afflitto da una persistente ripetitività per ciò che concerne gli incarichi da svolgere, il gameplay riesce comunque a sorprendere poiché ritmato costantemente dalle scelte del giocatore su come approcciarsi all’azione. Possiamo definirla come una giocabilità camaleontica: rilassata e ragionata se deciderete di appostarvi con un fucile da cecchino silenziato a qualche metro di distanza, caotica e brutale se le vostre intenzioni saranno quelle di schiantarvi con un suv tra le fila nemiche.
Completare gli obiettivi e strappare risorse dalle grinfie dei Santa Blanca permetterà al vostro alter-ego di migliorare le proprie abilità tramite l’acquisizione dei classici punti esperienza. Inoltre, come già avveniva su The Division, anche qui si possono migliorare e personalizzare le armi in dotazione attraverso i numerosi accessori sbloccabili man mano che si prosegue l’avventura boliviana. Il titolo in esame può essere portato a termine anche in co-op online con altre tre persone in carne ed ossa. Il matchmaking è abbastanza rapido e non abbiamo riscontrato alcun problema di lag, tuttavia è consigliabile giocarlo con un gruppo di amici e rimanere sempre in contatto vocale in modo tale da pianificare strategie ed evitare che le forze si disperdano lungo la regione (cosa che accade se si decide di unirsi ad una partita di sconosciuti ndr).

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Tecnicamente Ghost Recon: Wildland sfoggia tutto il suo fascino nelle vaste aree di mappa che lo compongono. Deserti, paesi rurali, fitti boschi, montagne innevate e fiumi vi lasceranno più volte a bocca aperta per la loro bellezza ma soprattutto per la vastissima linea d’orizzonte che, insieme al ciclo giorno/notte ed agli effetti meteo, rende i paesaggi realistici e d’impatto. Altra nota di merito è la totale assenza di caricamenti ingame, anche quando si passa da una regione all’altra. Poco credibile è invece la fisica arcade dei veicoli, ereditata quasi certamente da Watch Dogs 2, inoltre, durante le nostre sessioni di gioco abbiamo riscontrato qualche pop-up di troppo e qualche sporadico calo di frame-rate. Il gioco è completamente doppiato e sottotitolato in italiano. Abbiamo molto apprezzato la voce di Luca Ward prestata ad El Sueño ed anche le freddure che di tanto in tanto si scambiano i ghost durante gli spostamenti.
Tirando le somme, Ghost Recon: Wildlands è un ibrido tra gioco d’azione e stealth, in cambio a questo suo riadattamento ha purtroppo ceduto un pezzo della sua personalità che da anni lo contraddistingueva nel suo genere. E’ un titolo che vuole spingersi oltre in più cose ma che in realtà rimane intrappolato nel limbo della sua stessa ambizione. Non ce ne vogliate, abbiamo ampiamente goduto della bellezza della mappa di gioco, dei numerosi collezionabili e delle sue missioni principali e secondarie, ma senza la giusta compagnia co-op abbiamo rischiato di sconfinare nella noia dopo poche ore. L’esperienza di gioco migliora marcatamente quando ci si coordina con altri umani e gli incarichi assumono tutt’altra valenza quando si viene messi di fronte a responsabilità virtuali più grandi, come il cercare di non fare scoprire l’intera squadra ed arrivare all’obiettivo senza essere scoperti. Caricate le vostre armi ghost, la Bolivia vi attende!

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