A distanza di tre anni dalla sua rivelazione, No Man’s Sky fa parlare di sé interrompendo bruscamente il fenomeno del momento Pokemon Go. Dopo aver firmato il contratto con Sony per rendere il titolo un’esclusiva PS4, i ragazzi di Hello Games, capitanati da Sean Murray, si sono improvvisamente catapultati in un contesto che non ha nulla a che vedere con il mondo indie del quale facevano parte. Il team, che conta poco meno di venti elementi, ha dovuto quindi imparare in fretta a saper gestire scadenze, pubblicità e sviluppo proprio come fanno i colossi per i titoli AAA. Come logica vuole, per assimilare tali regole serve tempo, più di quello che gli è stato concesso per il rilascio del titolo e nel frattempo la gogna 2.0 chiamata comunemente web faceva il suo sporco lavoro. Tra ritardi ed aspettative, il mondo videoludico ha comunque lasciato spazio ad un'unica, rimbombante, domanda: Cos’è No Man’s Sky? No Man’s Sky è un gioco open-world ambientato in un universo fantascientifico generato proceduralmente. Ciò che ha catturato maggiormente l’interesse del pubblico è il numero di pianeti presenti all’interno del titolo di Hello Games: 18 trilioni. Si, avete letto bene. Pianeti, piante, animali, navi spaziali, clima, colori, vengono generati da una serie di algoritmi sviluppati appositamente per No Man’s Sky (e ritenuti copiati dalla “Superformula” dell’azienda olandese Genicap ndr). In soldoni, difficilmente vi imbatterete in un pianeta con la stessa flora/fauna del precedente appena visitato. Questo almeno in teoria. All’atto pratico alcuni elementi, come i rifugi e gli avamposti alieni, sono identici ovunque e lo stesso vale per alcune piante e rocce, l’unica differenza che li contraddistingue è il colore. Tuttavia, la sensazione di essere finiti in una parte sperduta della galassia è forte e le prime ore di gioco passano velocemente tra esplorazione dei pianeti, crafting e commercio. Come accennavamo qualche riga più in alto, i pianeti di No Man’s Sky hanno delle caratteristiche uniche riguardo alla vivibilità. Molti di questi, infatti, sono costantemente martoriati da tempeste di calore o di ghiaccio, in altri invece prevalgono le piogge acide oppure sono perennemente contaminati; in qualsiasi caso, la exotuta indossata dal giocatore può avere un’autonomia relativamente bassa se non modificata con i giusti potenziamenti.
Il vostro spirito di conservazione vi spingerà dunque a crearne, non soltanto per la tuta ma anche per l’astronave e per il multi-tool: lo strumento utilizzato per la raccolta delle risorse ed, in casi estremi, anche per la difesa personale. Dopo qualche ora di gioco inizierete a riconoscere ad occhio Plutonio, Nichel, Rame, Alluminio e tanti altri minerali presenti più o meno in quantità sui vari pianeti e richiesti nei progetti delle tecnologie aliene. Quest’ultimi possono essere acquisiti dal giocatore nei modi più disparati: come ricompensa dagli umanoidi, trafficando su appositi pannelli all’interno delle strutture spaziali oppure curiosando nella capsula di salvataggio di una navicella semidistrutta. L’esplorazione è chiaramente il pilastro portante di No Man’s Sky ed i più precisini passeranno buona parte del proprio tempo a catalogare piante ed animali per caricarli successivamente in una sorta di Atlante universale. Purtroppo gli animali tendono ad essere piuttosto monotoni mentre sarebbe stato più divertente vederli assumere dei comportamenti più naturali a seconda del loro habitat. Un altro incentivo ad esplorare i pianeti sono i Monoliti, antiche pietre erette in grado di insegnare al giocatore le lingua e la storia delle razze aliene. Se il vostro animo da imprenditori ha la meglio sull’esplorazione, sappiate che è possibile acquistare o vendere oggetti e risorse negli appositi terminali degli avamposti o nelle stazioni spaziali (ne trovate una in ogni sistema solare). Con i crediti accumulati dalla compravendita si possono acquistare nuovi multi-tool o navicelle più capienti. Già, perché una delle cose più fastidiose di No Man’s Sky è la gestione degli slot dell’exotuta e dell’astronave, soprattutto all’inizio del gioco quando il loro numero è davvero irrisorio. Inoltre, due oggetti dello stesso tipo non possono essere accumulati in un unico slot ma devono necessariamente occuparne due distinti e separati e non vi è un’opzione rapida per sostituire un oggetto con un altro; ciò comporta il dovere aprire continuamente il menù e sistemare manualmente l’inventario. I problemi non finiscono qui, molti strumenti necessitano di una ricarica per essere utilizzati (es. l’iperguida, il multi-tool, gli scudi, le armi dell’astronave, etc..); tutto nella norma se non fosse che bisogna ancora una volta aprire il menù per compiere tale operazione! Durante un combattimento con i pirati spaziali vi toccherà aprire l’inventario per ripristinare i danni subiti! Inaccettabile.
Tecnicamente parlando il titolo di Hello Games lascia sbalorditi per via delle sue dimensioni e per l’assenza di caricamenti. Non di rado si rimane affascinati dalla moltitudine di colori, sempre vibranti, dello spazio e dalle centinaia di forme di vita incontrate. Purtroppo il gioco soffre di frequenti cali di frame-rate, pop-up e sporadici crash (versione PC). Da segnalare, inoltre, texture, animazioni ed effetti luce di medio livello. Piacevole e rilassante la colonna sonora, decisamente in linea con i ritmi di gioco. In conclusione, No Man Sky è un gioco che può destare amore oppure odio sin dai primi istanti. La sua giocabilità e dispersività non è per tutti ma per quella nicchia di giocatori che sa come “perdersi” in un videogame. Non ci siamo trovati di fronte ad un titolo perfetto, ci siamo però fatti catturare dall’infinità dello spazio e lo abbiamo studiato e catalogato, abbiamo dato un nome ad un intero sistema solare sperando che in qualche modo un giocatore, passando da quella traiettoria, possa vedere i nostri progressi salvati permanentemente sui server del gioco. Abbiamo conosciuto le diverse razze aliene dominanti, abbiamo interagito con loro, commerciato e combattuto affinchè i pirati spaziali evitassero di sopraffare le enormi astronavi-cisterna (e rubare il loro carico). Ci siamo riparati dalle impraticabili tempeste nascondendoci all’interno di grotte naturali e ne abbiamo esplorato ogni angolo buio al fine di ricaricare i serbatoio dell’ossigeno. Questo è No Man’s Sky: esplorazione, commercio, combattimenti, sopravvivenza. Abbiamo sentito la mancanza di una vera componente online ormai fondamentale in titoli così vasti. Nulla che non possa essere implementato nei futuri aggiornamenti e noi ci speriamo davvero. Dopo aver passato quaranta ore su questo gioco possiamo dirvi con certezza che non siamo soli nell’universo.