SILENT HILL 2: REMAKE - RECENSIONE

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 23.10.24

Giocai per la prima ed ultima volta a Silent Hill 2 nel 2001, un tempo fin troppo distante affinchè mi potessi ricordare della sua trama, dei luoghi e degli enigmi.
Konami ha deciso di affidare il remake di questa sua grande opera, ampiamente apprezzata dai fan, a Bloober Team che ho già conosciuto in giochi come The Medium, Layers of Fear e Blair Witch. Dopo qualche critica iniziale mossa dal web sul lato tecnico di Silent Hill 2: Remake (su una build ancora acerba), posso serenamente anticiparvi che l’operato del team polacco nella sua versione definitiva è tutt’altro che mediocre. Anzi, azzardo a scrivervi che Silent Hill 2: Remake è la rivisitazione quasi perfetta di un’opera iconica del genere survival-horror.
La lore di Silent Hill 2 ruota attorno a James Sunderland, che riceve una lettera dalla moglie Mary, deceduta tre anni prima, in cui gli chiede di incontrarla nella loro "speciale" città di Silent Hill. Giunto sul posto, James si rende conto che la città non è più il tranquillo e sereno luogo che ricordava. È ora avvolta da una fitta nebbia, creando un'atmosfera oppressiva e misteriosa; a ogni angolo, James si imbatte in orribili creature, che non solo mettono a rischio la sua vita ma ostacolano la sua ricerca della verità riguardo al misterioso messaggio ricevuto da Mary.
Come accennavo ad inizio articolo, esplorare Silent Hill in questo secondo capitolo è stata un’esperienza pressappoco nuova, ricca di colpi di scena ma soprattutto di domande che non hanno trovato risposta nemmeno al sopraggiungimento dei titoli di coda. Questo perché la sceneggiatura di Silent Hill 2 si presta a differenti chiavi di lettura per via delle allegorie presenti, incarnate per lo più da personaggi complessi il cui studio può trasformarsi in un viaggio a caduta libera dentro la psiche umana.
Tutto ciò mi ha comunque costretto a documentarmi meglio sulla versione classica ai tempi sviluppata dal Team Silent, per comprendere le differenze e possibilmente trovare dei riscontri su quanto ho visto nell’attuale reinterpretazione dello studio polacco Bloober.
Sebbene la trama di Silent Hill 2: Remake sia rimasta pressocchè invariata rispetto al passato, nonostante la rielaborazione (positiva) di alcune scene chiave, qualcosa manca all’appello.
La versione originale di Silent Hill 2 presentava, in alcuni momenti, una crudezza decisamente maggiore, lasciando poco spazio all'immaginazione del giocatore di fronte alla malizia e alla perversione sessuale di cui questo titolo Konami è intriso. A voi il compito di scoprire i punti in cui il remake sembra quasi essere stato censurato; qui gli spoiler non sono mai stati ammessi.

Recensione Silent Hill 2 Remake

Sul piano del gameplay, Silent Hill 2: Remake migliora ed espande le meccaniche di ventitré anni fa, accentuando maggiormente il suo lato action, senza però trascurare aspetti fondamentali come l'esplorazione e la risoluzione degli enigmi. Adesso infatti la telecamera è posta a tre quarti dietro le spalle del protagonista ed il team di sviluppo si è sforzato per rendere i suoi movimenti goffi, lenti, innegabilmente da uomo comune. Tuttavia, nonostante James possa schivare gli attacchi dei nemici con il giusto tempismo, ho spesso riscontrato una certa difficoltà con i mostri chiamati "mannequin", imprevedibili e subdoli ammassi di carne capaci di nascondersi nei luoghi più improbabili. A fine gioco erano riusciti a togliermi per lo spavento circa quindici anni di vita.
Le poche armi a disposizione di James mi hanno restituito un discreto feedback, anche se lontano dall'impatto viscerale visto in altri remake, come gli smembramenti di Resident Evil 2. Tuttavia, persiste quel senso di insicurezza dato dalla scarsità di munizioni, che spesso mi ha costretto a gestire con attenzione le risorse. In diverse occasioni, mi sono trovato costretto a ricorrere al vecchio tubo di piombo per il combattimento corpo a corpo, il che ha aggiunto una forte componente di tensione e vulnerabilità, amplificando il senso di precarietà che permea l'intera esperienza di gioco.
Silent Hill è stata anch'essa rivisitata e arricchita con nuovi ambienti, incentivando maggiormente l'esplorazione. Tuttavia, non è raro imbattersi in limitazioni come muri invisibili o ostacoli di vario tipo, che impongono una certa linearità e riducono in parte la libertà esplorativa del giocatore.
Il lavoro certosino svolto dal Bloober Team sul piano tecnico, grazie a un saggio impiego dell’Unreal Engine 5, ha permesso di ricreare la vera essenza del titolo originale, con effetti volumetrici e un sistema di illuminazione di prim’ordine. Anche il level design è un aspetto che mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta; talvolta, era impossibile non perdersi tra corridoi intricati, stanze marcescenti e labirinti semibui, dove l’unica speranza era rappresentata dal fascio di luce emesso dalla torcia di James. Per quanto possa sembrare superfluo, in queste condizioni l’intuitiva mappa di gioco (costantemente aggiornata dal protagonista in base agli eventi) si è rivelata una manna dal cielo, e sono certo che sarà altrettanto utile per i giocatori con meno senso dell’orientamento.

Recensione Silent Hill 2 Remake

Gli enigmi mi hanno catapultato indietro nel tempo e, come allora, mi sono armato di penna e blocco note per annotare ogni singolo indizio utile alla loro risoluzione e per proseguire nella storia. Molti dei puzzle presenti in Silent Hill 2: Remake provengono dalla versione classica, mentre altri sono completamente nuovi e variano di complessità in base al livello di difficoltà scelto all'inizio della partita. Ciò che ho apprezzato meno è stata la necessità di evidenziare, mediante drappi o vernici bianche, la posizione delle fessure in cui James può strisciare. Lo stesso vale per la maggior parte dei carrelli trascinabili, utilizzati per arrampicarsi su vie di fuga altrimenti irraggiungibili.
Silent Hill 2: Remake, viste le iniziali premesse, avrebbe potuto rivelarsi un flop, ma si è subito dimostrato un prodotto di straordinaria qualità. Non ha la presunzione né l’ambizione di stravolgere un classico ma bensì di riproporlo ai veterani e ai nuovi arrivati della serie mantenendo intatto il suo messaggio, tutt’altro che semplice, attraverso una veste grafica moderna.
Sebbene manchino alcune scene più esplicite, capaci di dare maggiore spessore a determinati personaggi, la storia di Silent Hill 2 rimane una pietra miliare nel suo genere. È raro sentirsi così coinvolti da voler sapere di più, anche dopo aver raggiunto la conclusione dopo circa venti ore di gioco a difficoltà normale.
Inutile dirvi quanto io mi sia perso tra quelle strade nebbiose, accompagnato dalle note melodiche di “Promise of the Forgotten” del grande compositore giapponese Akira Yamaoka. È difficile tornare indietro, ma posso ancora trascinarvi con me in questa storia.

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