WITCHFIRE - ANTEPRIMA

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 09.10.24

Collocare Witchfire in uno specifico genere è un’impresa, questa nuova produzione dello studio polacco The Astronauts non è soltanto uno sparatutto in prima persona dark-fantasy ma anche un roguelite, un soulslike ed un extraction shooter.
Avrete sicuramente sentito parlare di The Astronauts per via di The Vanishing of Ethan Carter, il loro primo progetto, ma non sono in molti a sapere che tra i loro ranghi vi sono sviluppatori che hanno contribuito alla nascita di titoli come Painkiller e Bulletstorm. E lasciatevelo dire, questi sparatutto hanno influenzato parecchio la creazione di Witchfire.
Lavorare per il Papa in qualità di “Preyer”, contro le impetuose e maligne forze delle streghe, mi è sembrato un compito piuttosto interessante anche se decisamente arduo.
Ho deciso di iniziare l’avventura scegliendo un loadout da cecchino e, in men che non si dica, sono stato abbandonato a me stesso in quello che poi ho scoperto essere una sorta di Nexus, facendo riferimento a Demon’s Souls di From Software. All’interno di questo hub è possibile craftare pozioni, ricercare armi, accessori, magie e perfezionarli in modo da sbloccarne il vero potenziale; per rendere ciò possibile è necessario spendere un cospicuo numero di monete e di witchfire, ovvero le anime dei mostri uccisi. Investire queste ultime per il miglioramento delle sei statistiche del Preyer è un’ulteriore operazione fondamentale e garantisce una maggiore capacità di cura, un aumento della stamina o della salute, persino la possibilità di trovare del loot raro ed altro ancora.

Witchfire - Anteprima

La base di partenza, le cui aree nascoste diventano accessibili parallelamente allo sviluppo del Preyer, funge altresì da rampa di lancio verso le spedizioni, tre su un totale di sei in questa fase di accesso anticipato del gioco. Scelto l’equipaggiamento in base ai propri gusti e stile di gioco, si parte alla ricerca di anime.
Una delle caratteristiche che ho apprezzato di più di Witchfire è la casualità nella disposizione degli eventi in ogni singola run. Sebbene la conformazione delle mappe rimanga immutata, a variare è la quantità e la posizione dei nemici, delle casse e dei portali utili per tornare alla base con le tasche piene.
Ogni spedizione può di conseguenza riservare delle soprese sempre diverse da quella precedente, più volte ho dovuto abbandonare l’obiettivo principale per portare in salvo il witchfire raccolto; l’alternativa sarebbe stata una morte causata dalla sopraffazione nemica e la derivata certezza di non poter più riprendere le anime cadute perdendole per sempre. Sì, esattamente come accade in un souls-like.
Il fiore all’occhiello della produzione di The Astronauts è il sistema di combattimento, che reputo uno dei migliori mai provati negli ultimi anni, decisamente frenetico e dannatamente fluido.
Doppi salti e schivate consumano stamina e vanno utilizzate con precisione non soltanto a causa dell’imprevedibilità di certi nemici ma anche per stordirli al momento giusto con le armi in dotazione, ovvero due comuni ed una demoniaca. Le magie, invece, si dividono in leggere e pesanti ed una volta lanciate contro i nemici hanno un determinato cooldown che può essere ridotto se si ha la fortuna di ottenere i giusti bonus temporanei. Il Prayers può curarsi con una quantità davvero risicata di elisir e ciò aumenta esponenzialmente la difficoltà delle spedizioni, come se già non bastassero i nemici in grado di zompare da un punto all’altro con i loro enormi spadoni o quelli che si fanno esplodere in una nuvola di veleno.
Come scrivevo qualche riga sopra il gunplay è tanto divertente quanto dinamico, ma richiede la massima attenzione ed abilità da parte del giocatore nello studiare gli attacchi nemici, schivarli e contrattaccare sfruttando con parsimonia la stamina, le magie ed i proiettili.
Trovata la giusta armonia tra ciò che vi ho appena scritto, sono certo che Witchfire saprà darvi grandi soddisfazioni.

Witchfire - Anteprima

Sotto il profilo tecnico non ho riscontrato particolari problemi giocando al massimo dei dettagli (sia lodato il DLSS), la mia esperienza è stata piuttosto scorrevole ed inoltre ricca di momenti in cui mi sono soffermato ad osservare il meticoloso lavoro svolto dagli sviluppatori nel creare un interessante mondo di gioco dai toni cupi.
Se ancora non fosse chiaro, Witchfire è stata per me una grande sorpresa ma anche una nuova occasione per misurarmi con me stesso in un genere in cui spesso prediligo prendermi del tempo, ragionare sulla strategia migliore da intraprendere. In questo nuovo progetto di The Astronauts, invece, si viene gettati in pasto agli orrori senza alcuna pietà, ci si deve costantemente guardare intorno poiché gli attacchi arrivano da più fronti ed è necessaria concentrazione e rapidità nella risposta.
Il sistema di progressione è altresì stratificato e complesso, occorre pazienza per sbloccare il vero potenziale del Preyer migliorandone le statistiche e ricercando armi e magie sempre più efficienti nonché vicine alle preferenze del giocatore.
Witchfire ha tutte le carte in regola per vedere la luce anche su console tra poco più di un anno, nel frattempo spero di potermi concentrare su nuovi contenuti e non perdere la destrezza acquisita giocandolo con mouse e tastiera. State ancora leggendo? Dategli un’occhiata nella sua pagina Steam.

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