E’ dura riprendersi dall’impatto emotivo causato da Until Then, la nuova avventura narrativa sviluppata dai ragazzi di Polychroma Games.
Dopo aver metabolizzato bene quanto ho visto su schermo, credo di aver capito la vera ragione di questo mio incredibile coinvolgimento; Until Then fa leva sulla nostalgia e contestualmente orbita attorno a temi molto attuali.
Il tutto l’ho vissuto attraverso gli occhi del protagonista Mark Borja, un adolescente alle prese con gli impegni della scuola superiore, l’assenza dei propri genitori, gli amici, le insicurezze dei primi amori, i misteri che incombono nel territorio filippino nel quale vive.
Mark è uno spiraglio su ciò che circonda realmente il giocatore; l’ansia, le paure, la scoperta di realtà delle quali non sempre si colgono i segnali, talvolta arrivando tardi all’inevitabile.
La profonda caratterizzazione dei personaggi presenti in Until Then è ciò che rende i dialoghi e le interazioni tra questi coinvolgenti, forte anche di una localizzazione in lingua italiana dedicata, in perfetta linea con quello che direbbero o penserebbero effettivamente dei ragazzi di quindici anni.
A quanto vi ho appena scritto va aggiunto anche il come arrivano certi temi al giocatore, ovvero attraverso gli strumenti ed i servizi tecnologici di uso comune come cellulari e social media con i quali è possibile interagire ed approfondire rapporti e notizie, dando l’impressione di trovarsi in un contesto dove la vita va avanti imperturbabilmente.
Until Then concede al giocatore la libertà di reagire agli eventi nel modo in cui più gli aggrada, questo comporta a delle scelte che di fatto influenzano il corso dell’avventura, rendendola un’esperienza da ripetere anche dopo la comparsa dei titoli di coda.
Ho davvero apprezzato il tatto con il quale Polychroma Games ha deciso di affrontare gli argomenti più delicati di questo titolo, senza mai banalizzarli e con un pizzico di sagace ironia giusta a ricordarci che l’adolescenza è una fase delle nostre vite in cui l’ingenuità non è una colpa ma al contrario va protetta.
Tra i numerosi dialoghi di Until Then, trovano spazio anche dei piccoli minigiochi sempre contestualizzati rispetto a quello che avviene sullo schermo ed all’ambiente nel quale si trovano i personaggi interessati.
Come vi accennavo ad inizio articolo, le filippine fanno da sfondo a questa meravigliosa avventura narrativa, attraverso una curatissima pixel art che ne esalta le architetture, lo stile, i colori, il cibo e la cultura.
Più volte vi ho consigliato di abbandonarvi a dei piccoli tesori indipendenti, poiché spesso sono slegati dalle strette regole ed imposizioni del mercato videoludico; Until Then è ancora una volta l’esempio calzante di questo mio pensiero. Concedetevi del tempo per affrontare una storia che vi colpirà al petto e alla mente.