L’uscita di Senua’s Saga: Hellblade 2 è avvenuta quasi in punta di piedi, silenziosa rispetto al grande clamore mediatico di altri titoli della lineup Microsoft, quest’ultima adesso proprietaria anche del team Ninja Theory.
Quando scoprii che mancavano soltanto un paio di giorni al rilascio di questo secondo capitolo, mi domandai perché un’esperienza così unica nel suo genere debba essere scoperta da pochi. Probabilmente da quella nicchia di giocatori più sensibili a certi temi.
Senua’s Saga: Hellblade 2 non è distante dal suo predecessore, al contrario ne ripercorre le orme espandendo la sua narrazione ed articolandola con una maestria tale da rendere gli enigmi ed i combattimenti soltanto un limpido supporto ad essa. Ed è questo, forse, il motivo per il quale Hellblade 2 non riesce a brecciare il cuore di molti, di coloro che cercano in esso un animo di action game puro o di quelli che non riescono a sostenerne la pesantezza dei contenuti.
Proprio così, perché una delle cose che ho compreso parlando con altri giocatori è che talvolta non si è particolarmente predisposti, emotivamente, ad avventurarsi in storie come quella di Senua; solitamente ciò si manifesta anche nel mondo delle serie tv o del cinema. E’ un fenomeno plausibile ed incontestabile.
In questo secondo capitolo, Senua viene trascinata dai Norreni nelle coste islandesi e resa schiava insieme ad altre povere anime innocenti della Britannia. Lascio a voi scoprire le motivazioni che si celano dietro la prigionia della protagonista, tuttavia ciò che posso dirvi è che questa nuova avventura narrativa riesce a coinvolgere e toccare le corde più profonde di chi l’affronta.
E’ quasi impossibile non entrare in sintonia con questo dualismo tra nemici reali e la psicosi di Senua, le “Furie” che sussurrano costantemente parole di conforto, di rabbia, di rassegnazione, d’inganno.
In Hellblade 2 si scava più a fondo nel passato della protagonista ed i ragazzi di Ninja Theory sanno bene che un’adeguata regia, così come una solida narrativa, possono elevare il giocatore da semplice spettatore in qualcosa di più intimo. Proprio per questo, in tutte le circa otto ore di gioco, mi sono letteralmente abbandonato allo scorrere degli eventi, ancora una volta incantato dalla sbalorditiva recitazione di Melina Juergens (Senua).
Sebbene in altre occasioni io abbia paragonato la qualità di un videogioco a quella di una pellicola cinematografica, nel caso specifico di Hellblade 2 questa parete viene quasi del tutto abbattuta grazie ad un utilizzo a dir poco magistrale dell’Unreal Engine 5.4 in grado di restituire un’esperienza fotorealistica di nuova generazione. La dedizione riposta da Ninja Theory nel motion capture, per dare vita ad animazioni credibili e fluide, si concretizza non soltanto nei primi piani dei vari personaggi che si alternano sullo schermo ma persino nelle fasi di combattimento.
Benchè il combat system preveda un attacco pesante, uno leggero, la schiavata ed una modalità “focus” in cui il tempo si dilata per qualche secondo, ciò che contribuisce davvero alla spettacolarizzazione dell’azione è la transizione da un nemico all’altro, la risposta ai fendenti di Senua ed il saggio movimento della telecamera. Negli scontri è stata messa intenzionalmente da parte quella difficoltà estrema che richiede grosse abilità con i controlli, poiché credo che anche in questo aspetto del gioco gli sviluppatori abbiano voluto sottolineare le fragilità come anche la forza della protagonista, chiaramente umana, nell’affrontare abomini partoriti dall’oscurità.
La sofferenza fisica e mentale di Senua è perseverante, la si può leggere senza troppi giri nei suoi occhi, nel modo in cui interagisce e si racconta agli altri durante l’avventura; poi vi sono dei brevi istanti in cui il paesaggio si apre agli occhi del giocatore e tutto sembra attenuarsi.
Ci sono stati dei momenti, specialmente dopo la risoluzione di un preciso enigma, in cui mi sono intrattenuto con la bellezza di ciò che mi stava intorno, i rilassanti suoni della natura come pure gli avvincenti cori nordici.
Senua’s Saga: Hellblade 2 è una di quelle pochissime opere videoludiche che mi ha lasciato qualcosa di indescrivibile dentro, senza mai banalizzare i suoi quanto più complicati contenuti. Questo è avvenuto grazie ad una scrittura più rifinita se confrontata al passato e ad una regia che mi ha accompagnato negli eventi con linearità, senza sbavature.
Quella di Senua è una storia tragica dai toni cupi, costellata di efferatezza e follia, ma anche di attimi in cui è possibile intravedere la luce e vivere di speranza. E’ una lezione di storia e di vita che Ninja Theory è riuscita a confezionare per coloro che non vogliono giocare ad un’avventura bensì viverla a pieno.