PACIFIC DRIVE - RECENSIONE

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 15.03.24

Pacific Drive, titolo d’esordio di Ironwood Studios, è un progetto che si circonda di un velo di affascinante mistero ed originalità, un survival roguelite singleplayer in prima persona in cui il giocatore e la sua automobile coesistono simbioticamente in circostanze piuttosto ostili.
Penisola Olimpica, West Coast degli Stati Uniti D’America a cavallo tra gli anni ’40 e ’50 del secolo scorso; il governo sperimenta una nuova tecnologia che dà luogo ad enigmatiche sparizioni ed evacuazioni d’emergenza. Successivamente a tali eventi, le autorità si trovano costrette a chiudere i confini della penisola ed istituire la “Zona di Esclusione Olimpica”.
Proprio all’interno di tale zona il giocatore ed il suo station wagon dovranno trovare delle risposte, in un susseguirsi di fasi esplorative e di crafting sulle quali si poggia integralmente il gameplay di Pacific Drive.
La Zona di Esclusione Olimpica si suddivide in macro aree che vengono generate casualmente ad ogni run, per arrivarci in macchina è tuttavia necessario programmare il viaggio rapido dal garage. Quest’ultimo luogo è definibile come una vera e propria “base” nella quale il giocatore organizza e migliora la propria macchina per affrontare il mondo esterno. E’ qui che il legame con la propria vettura inizia a prendere forma, affinchè la cura riposta verso di essa diventi qualcosa di funzionale al pellegrinaggio da intraprendere; le risorse raccolte durante le scorribande diventano, attraverso il crafting, sportelli, fari, contenitori, radar, antenne, paraurti, accessori di vario tipo e kit di riparazione.
Ogni singolo aspetto dello station wagon può essere potenziato in modo da offrire maggiore riparo e durata in condizioni estreme, oltre a vantare un modesto quantitativo di modifiche estetiche per tutti i gusti. La macchina quindi si evolve nel tempo grazie alla dedizione del suo proprietario, di conseguenza anche i parametri da tenere sott’occhio aumentano ed il modo in cui questa reagisce a determinati eventi.

Recensione Pacific Drive

Guidare nella Zona di Esclusione Olimpica è un vero piacere, la visuale libera consente al giocatore di osservare l’abitacolo in tutto il suo splendore e di interagire con la strumentazione di bordo come i tergicristalli, il monitor posto sul sedile passeggero, le luci, la radio, l’avvio del motore ed il parking mode di cui vi consigliamo sempre l’inserimento quando decidete di perlustrare a piedi un’area.
All’interno dell’auto si ha quasi sempre la sensazione di essere in uno spazio sicuro, ciò fino a quando non si palesano le anomalie ed i fenomeni meteorologici estremi lungo il percorso; vale a dire vere e proprie tormente nelle quali la visibilità si riduce drasticamente, droni che agganciano con i loro magneti la macchina per scaraventarla chissà dove, monoliti che si ergono improvvisamente dal terreno, scariche elettriche che fanno impazzire la strumentazione di bordo e così via.
Come avrete certamente intuito, le attenzioni da rivolgere allo station wagon durante il viaggio mutano costantemente e possono riguardare l’esaurimento della batteria o della benzina, una ruota forata, uno sportello divelto oppure un fanale bruciato; il giocatore invece, in qualità di conducente, dovrà esclusivamente badare ai propri punti ferita.
Esplorata un’area e riempito il portabagagli del wagon di risorse utili, per tornare al garage è necessario intrappolare una particolare sfera energetica (non sempre stabile) all’interno di un congegno posto nel sedile del passeggero, fatto ciò si aprirà un grande e luminoso varco in un punto specifico della mappa nel quale è necessario fiondarsi a tutta velocità prima che l’intera mappa “collassi”.
Pacific Drive con la sua grafica minimalista ed un comparto audio di prim’ordine riesce a infondere nel giocatore un costante senso di tensione e di immersione, grazie anche agli effetti particellari ben curati ed al ciclo giorno/notte.

Recensione Pacific Drive

Sebbene tecnicamente il titolo di Ironwood Studios scorra fluido come l’olio, è necessario sottolineare l’intricata mole di informazioni presenti nell’interfaccia che possono, almeno in un primo momento, disorientare anche i giocatori più navigati. Ciononostante è apprezzabile lo stile grafico dei menù, nonché la particolare meccanica del sistema di crafting che consente al giocatore di creare le risorse mancanti di un progetto senza la necessità di navigare su più pagine (come accade spesso in titoli dello stesso genere).
Non è presente la localizzazione in italiano del gioco e questa mancanza si accentua durante le sessioni di guida, quando si viene contattati via radio e non si ha modo di seguire attentamente i sottotitoli posti nella parte superiore dello schermo.
Pacific Drive ci ha colpiti per l’incredibile impegno riposto dai suoi sviluppatori nel farci appassionare alla nostra auto ed a prendercene cura in un contesto originale, dai ritmi a tratti lenti quanto coinvolgenti.
Può disorientare inizialmente per via di un’interfaccia non propriamente user friendly e la storia è inframezzata da numerosi momenti a piedi di raccolta e di crafting, tuttavia il fascino di Pacific Drive non vi farà desiderare altro che accendere il motore e partire per una nuova avventura.

Voto 7

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