Skull and Bones, titolo ad ambientazione piratesca di Ubisoft, è certamente ricordato dal pubblico e dalla critica per i suoi continui rinvii scaturiti da uno sviluppo piuttosto travagliato, iniziato ben dieci anni fa.
Qualche anno dopo, per l’esattezza nel 2017, Skull and Bones viene annunciato ufficialmente diventando un progetto autonomo, svincolato da Assassin’s Creed: Black Flag dal quale sarebbe dovuto nascere come espansione.
Sopravvissuti ad un incredibile incidente navale, i giocatori di Skull and Bones iniziano la loro avventura nell’anonimato, bramando fama e ricchezza con il solo fine di dominare i sette mari.
La sensazione di partire dal basso si concretizza successivamente alla creazione del proprio alter ego, quando, vestiti di soli stracci, devono spingersi tra un piccolo atollo all’altro per mezzo di una minuscola Dhow insieme ad altri due superstiti, che ci guideranno nelle prime fasi di gioco.
Cacciare squali e raccogliere risorse è un inizio obbligatorio se si ha davvero l’intenzione di spingersi oltre i confini conosciuti a bordo di una vera nave, con un cospicuo equipaggio e possibilmente le giuste bocche di fuoco a protezione del carico.
Il mondo di Skull and Bones si apre quasi da subito al giocatore ma è soltanto con l’aumentare del livello di Infamia che si potrà accedere ad incarichi sempre più prestigiosi, progetti per costruire nuove navi, diverse tipologie di armi, rinforzi da impiegare sugli scafi ed ovviamente nuovi vestiti da sfoggiare quando si tocca la terra ferma.
Vi sono degli onori e degli oneri nel diventare temibili pirati, il principale è indubbiamente quello di essere più esposti a rischi maggiori durante la navigazione, gli obiettivi diventano sempre più difficili da affondare (a maggior ragione se chiamano i rinforzi) e girovagare con la stiva piena di ragguardevoli tesori non è un’ottima idea. Già, perché un eccessivo peso della merce a bordo può rallentare la normale velocità della nave e questo fattore unito, ad esempio, al vento che soffia contro la prua potrebbe rendervi delle facili prede non soltanto per le navi governate dalla IA ma anche per i giocatori più preparati.
Gli sviluppatori hanno infatti rivisto le meccaniche PvP e PvE della versione precedente alla Closed Beta di Skull and Bones, decidendo di confluirle in un unico server; alla prova dei fatti, se tempo addietro attaccare un giocatore richiedeva interazioni con il menù ed un apposito caricamento, adesso chiunque può essere assaltato in mare aperto senza soluzione di continuità. Ciò potrebbe fare storcere il naso a tutti quei giocatori che vorrebbero un’esperienza unicamente PvE per evitare abusi da parte di quelli che, invece, s’intrattengono esclusivamente infastidendo gli altri.
Il nostro punto di vista a riguardo è molto semplice, Skull and Bones è un titolo always-online nel quale l’interazione tra i giocatori, che sia cooperativa o competitiva, è parte integrante della sua struttura e tuttavia, data anche la natura dei suoi contenuti troviamo corretta la scelta di aumentare il grado di difficoltà generale trasformandolo in PvPvE.
Ovviamente per contenere i comportamenti scorretti dei giocatori non è sufficiente la sola implementazione delle zone sicure (già presenti), ma è necessario intervenire anche su quegli elementi atti a rendere un po' più semplice la vita in mare di coloro che non vogliono competere contro gli umani; un esempio sarebbe rendere visibili su mappa i pirati più attivi nel PvP così da poterli ignorare cambiando rotta.
Il sistema di combattimento di Skull and Bones è piuttosto profondo nonchè connesso a fattori quali la tipologia, il numero e le statistiche delle bocche di fuoco, la resistenza dello scafo, il posizionamento della nave in battaglia, le condizioni meteo, eventuali bonus derivati dalle migliorie equipaggiate, i propri punti deboli e quelli del nemico, il carico a bordo. Prima di ingaggiare una nave in battaglia il giocatore può studiarla attraverso l’utilizzo del cannocchiale, così da comprenderne la provenienza, la robustezza ed anche la merce trasportata.
Durante i combattimenti navali è possibile riparare la propria nave con appositi kit riutilizzabili dopo un certo countdown, ma nel caso in cui stiate per colare a picco perché non avete nulla per fermare gli ingenti danni allo scafo perderete un po' di esperienza e parte del carico, che potrete comunque recuperare ritornando nell’esatto punto in cui siete affondati.
Assaltare flotte e fortezze in compagnia è un ulteriore motivo per prendere Skull and Bones in considerazione, grazie ad un intuitivo sistema di drop-in/drop-out è possibile unirsi ad altri due giocatori e persino condividerne i propri contratti.
Durante i viaggi non è raro imbattersi in eventi globali o scontri tra fazioni ai quali i giocatori possono unirsi facoltativamente per ottenere una ricompensa proporzionale al contributo offerto.
Ed è forse questo il lato che ci ha colpito di più di Skull and Bones, un mondo aperto nel quale è possibile navigare anche senza uno scopo preciso ma soltanto per la bellezza della scoperta e di ciò che offre. E’ stato impossibile non soffermarsi ad ammirare il calare della notte nelle vicinanze di un insediamento, la bellezza di vedere il cielo stellato aprirsi sopra la nostra testa dopo aver superato una tempesta di pioggia, oppure governare la nave in uno strettissimo canale nebbioso mentre la ciurma intona un canto marinaresco.
In Skull and Bones i dettagli non sono certo un elemento da sottovalutare, che siate in terra ferma o altresì a bordo di una nave, vi accorgerete di quanta cura è stata riposta nei singoli modelli e di come tutto riesca a brillare in armonia grazie anche ad un sistema di illuminazione credibile e ad effetti particellari degni di merito.
Tuttavia durante il corso della Closed Beta abbiamo notato alcuni elementi di gioco che non ci hanno entusiasmato, come la totale assenza di una fase di abbordaggio vera e propria con tanto di combattimento melee tra le ciurme delle navi interessate; allo stato attuale tale azione si riduce ad una breve e poco entusiasmante cinematica alla quale il giocatore assiste passivamente.
La raccolta delle risorse avviene direttamente dalla nave attraverso una serie di minigiochi (a patto che si abbiano i giusti strumenti); dal nostro punto di vista ciò rovina in parte l’immersività del gioco e sarebbe stato più appropriato permettere al giocatore di sbarcare a terra per tale compito. Di conseguenza a nostro dire sono pochi gli avamposti nei quali il giocatore può effettivamente muoversi liberamente attraverso le gambe del suo alter ego, ciò nonostante quelli presenti sono ben ispirati ed al loro interno è possibile commerciare, cercare tesori, scoprire di più sulla lore del posto, depositare le merci oppure accettare e completare le missioni. Non solo, gli avamposti permettono la gestione della propria flotta modificandone le configurazioni o l’aspetto estetico oltre che viaggiare rapidamente verso un’altra destinazione al costo di qualche moneta.
In futuro speriamo di poter trovare molti più porti o ambienti esplorabili a piedi, anche se questo potremmo definirlo più un nostro personale capriccio in quanto è risaputo che la vita di un pirata è per lo più votata alla navigazione ed alla ricchezza.
La data di uscita di Skull and Bones è prevista per il prossimo anno fiscale, ovvero entro marzo 2024, e supponiamo che vi saranno altre fasi di test prima del rilascio ufficiale su PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC.
Al momento Skull and Bones è un titolo divertente e che ha davvero molto da offrire se siete amanti del suo genere, sarà importante per Ubisoft garantirgli un costante supporto con contenuti appetibili per rendere l’endgame meno ripetitivo e mantenendo bilanciata la progressione dei personaggi.
Ciò che abbiamo visto ci ha convinto e sembrerebbe che il gioco abbia finalmente deciso di seguire una linea di sviluppo ben precisa. Non vediamo l’ora di risalire a bordo della nostra nave, ci si vede a Saint’Anne pirati!