Dead Island 2 ha venduto oltre due milioni di copie sin dal lancio avvenuto lo scorso 21 aprile, diventando il titolo di maggior successo di Plaion e Deep Silver. Un traguardo importante per i ragazzi di Dambuster Studios, gli ultimi ad aver preso sotto la propria ala Dead Island 2 dopo anni di rimaneggiamenti (da parte di altri sviluppatori) e rinvii.
Scopriamo insieme se vale davvero la pena comprare un biglietto di sola andata per la California.
A pochi mesi di distanza dagli avvenimenti di Banoi del primo capitolo, anche Los Angeles fa i conti con l’epidemia zombie diffusasi rapidamente tra le sue strade, tanto da essere soprannominata Hell-A.
I pochi superstiti rimasti tentano di lasciare la città con un ultimo aereo militare ma tra di loro un passeggero infetto, dopo aver eluso i controlli, scatena in men che non si dica il panico a bordo provocando la caduta del velivolo.
Durante la rovinosa discesa dell’aereo verso il suolo losangelino vengono presentati sei passeggeri dotati di proprie caratteristiche; soltanto uno di questi potrà essere scelto dal giocatore in qualità di alter-ego.
Quanto vi abbiamo descritto potrebbe essere immaginato come la classica scena da film horror dai toni drammatici, nella realtà Dead Island 2 si appropria dello stravagante umorismo delle pellicole cinematografiche di serie B e lo innesta in un contesto tutt’altro che spensierato. Ragion per cui, partendo proprio dai protagonisti della storyline, il giocatore interagirà con tutta una serie di personaggi stravaganti che hanno una propria visione dell’accaduto e di come affrontarlo. C’è chi vuole, ad esempio, continuare a produrre contenuti di dubbio gusto per i propri social sfruttando l’altruismo del protagonista, chi si è rinchiuso dentro la propria villa dandosi alla droga, al sesso ed all’alcol e così via.
Sebbene la trama di Dead Island 2 non sia così articolata e ricca di momenti memorabili e costituisca piuttosto un’apprezzabile pretesto per darci dentro con la mattanza di zombie, i personaggi che orbitano intorno ad essa sono invece un vero spasso e vale la pena combattere l’inferno per garantirgli un antidoto.
Non vi avevamo già detto di essere immuni al virus? Beh, adesso lo sapete.
Dead Island 2 è uno slasher in prima persona che fa del gore una delle sue caratteristiche principali, non soltanto per il modo in cui questo viene rappresentato su schermo (lo vedremo più avanti ndr) ma anche per i mezzi con i quali il giocatore può liberare la propria visuale dai non-morti.
E ce n’è davvero per tutti i gusti e stili di gioco: spade, coltelli, mazze, tirapugni, lance, pistole e fucili di ogni tipo, alcune di queste armi sono più lente rispetto alle altre ma efficaci, mentre certune, invece, possono essere decisamente più veloci e fare meno danno. In ogni caso, tutte le armi sono soggette all’usura e ad una conseguente rottura, sarà facile perdere il conto delle innumerevoli risorse raccolte nonché necessarie al banco da lavoro per ripristinarne la durabilità.
Tutto ciò che viene raccolto ha però un duplice scopo, servirà anche per potenziare l’arsenale in dotazione al giocatore aumentandone le statistiche base quali danno e velocità (per citarne un paio ndr) ed aggiungendone danni elementali in grado di massimizzare oltremodo l’efferatezza dei colpi inferti agli zombie. E’ così che nascono artigli elettrificati, fucili a pompa con proiettili incendiari, spade le cui lame sono costantemente impregnate di acido e tanti altri gingilli interessanti che possono essere creati senza alcuna limitazione, se non quella di avere necessariamente in tasca i giusti materiali e qualche dollaro.
Gli oggetti da lancio, viceversa, una volta sbloccati non occupano slot nell’inventario e possono essere utilizzati all’infinito come delle vere e proprie skill con tanto di cooldown tra un’attivazione e l’altra.
Persino l’ambiente può rivelarsi un valido alleato durante gli scontri mettendo a disposizione del giocatore taniche di benzina da far esplodere, piscine in corrisponde di cavi elettrici scoperti, bombole di gas da far schizzare a mezz’aria come missili; insomma, basta guardarsi sempre intorno.
Discorso a parte invece per le abilità passive, sotto forma di carte, che il giocatore può trovare in giro per la mappa ed equipaggiare al fine di creare una vera e propria build per il protagonista; è possibile optare per le parate anzichè le schiavate, allontanare gli infetti con un semplice calcio oppure con uno doppio saltato in stile wrestler, rigenerare salute smembrando gli zombie. Questi sono soltanto alcuni degli effetti in grado di originare un potenziale vantaggio in combattimento, ma c’è un’ulteriore ed interessante abilità sbloccabile della quale vogliamo lasciare a voi la sorpresa di scoprirla.
Dead Island 2 offre la possibilità di cooperare insieme ad altri tre giocatori online, ognuno dei quali porta con sé nella partita dell’ospite abilità, armi ed oggetti creati nel proprio salvataggio.
Ad inizio articolo vi abbiamo accennato qualcosa sulla realisticità della violenza di Dead Island 2 possibile grazie al motore chiamato FLESH, vero fiore all’occhiello di questa produzione firmata Dambuster Studios.
Senza troppi giri di parole i modelli 3D degli zombie sono stati realizzati a “strati” ovvero ossa, interiora, pelle e vestiti; a conti fatti ciò significa che ogni colpo inferto ad uno di essi non sarà soltanto visibile nell’esatto punto dell’avvenuto impatto ma, se è il caso, andrà a lacerare i tessuti, scarnificare ed eviscerare in un credibile bagno di sangue. Persino rompere o mutilare braccia e gambe degli zombie ne varierà il comportamento, specialmente se corrono incontro al giocatore.
Il sistema di generazione procedurale di infetti fa si che questi siano sempre diversi, non soltanto nell’aspetto ma anche nelle peculiarità; molti sono lenti, altri muscolosi e resistenti, poi ci sono quelli aggrovigliati nel filo spinato o che urlano così forte da attirarne altri a sé. Benchè questo sistema riesca a dare molta varietà all’azione, a volte accade che gli zombie vengano generati all’improvviso alle spalle del giocatore nonostante egli abbia ripulito l’area poco prima.
Ammettiamo di non aver mai visto una Los Angels così bella e dettagliata come quella di Dead Island 2, divisa saggiamente in macro aree il cui ciclo giorno/notte è scandito dal passaggio da un quartiere all’altro nonché da un sistema di illuminazione di prim’ordine. Nella grande cura riposta negli scenari però echeggia un difetto impossibile da non tenere in considerazione e riguarda la gestione dei riflessi degli specchi, che sono stati realizzati incollando l’immagine di ciò che hanno davanti. Volevate osservare il vostro viso nel bagno di una villa lussuosa? No, non potete.
La colonna sonora vanta tracce in perfetta sintonia con i ritmi di gioco ed i content creator possono addirittura attivare, attraverso un’apposita opzione, la modalità che gli consentirà di ascoltare solo musica no-copy. Il gioco è interamente tradotto in italiano con i dialoghi in lingua originale inglese.
Dead Island 2 consegue perfettamente nel suo intento di voler dare ai giocatori la possibilità di scatenare, nei modi più disparati, le proprie ire in un quadro egregiamente realizzato come quello di Los Angels.
La storia offre spunti interessanti e spesso riesce a strappare più di un sorriso grazie a personaggi davvero fuori di testa ma, tuttavia, è così lineare da non rimanere a lungo nei ricordi di chi la affronta.
Il motore FLESH ed il comparto tecnico in generale, salvo qualche neo, è ciò che attira l’attenzione verso questo grande e cruento parco giochi realizzato da Dambuster Studios, il cui framerate è sempre costante anche a fronte di un numero spropositato di zombie su schermo.
Hell-A vi aspetta!