Dopo averla studiata sotto ogni aspetto, siamo finalmente pronti a darvi la nostra opinione sull’ultima opera videoludica targata CD Projekt, gli sviluppatori polacchi che hanno deciso di intraprendere la via dell’open world rimanendo però sempre attenti alle esigenze dei giocatori. Ed è proprio per questo motivo che The Witcher 3: Wild Hunt riesce ad abbracciare non solo gli appassionati del genere action-rpg e fans della serie ma anche chi non ha mai avuto a che fare con il suo protagonista: Geralt di Rivia. Il mondo di The Witcher 3 pullula di misteri, storie raccontate e creature fantasy ma si caratterizza, in particolare, per essere ricco di vita ed in costante evoluzione. È proprio il compito del giocatore quello di vestire i panni di Geralt per portare a termine un’importante quantità di incarichi e seguire, principalmente, le tracce della sua protetta Ciri, inseguita per cause ignote dalla Caccia Selvaggia. Tutte le missioni, che siano principali o secondarie, vengono ordinatamente elencate nel diario consultabile dal menù di gioco ed è possibile attivarle a piacimento in qualsiasi momento; la minimappa segnala la giusta direzione verso l’obiettivo. Alcuni incarichi, ad esempio, consentono al giocatore di contrattare con l’npc di turno un’adeguata ricompensa in denaro per il lavoro svolto; peccare di avarizia può indisporre il “datore di lavoro”, ragion per cui è sempre necessario trovare il giusto accordo. Tale opzione, tuttavia, è solo una delle tante selezionabili durante un dialogo con un npc. Che si tratti della storyline o di un incarico secondario, viene sempre lasciata la possibilità al giocatore di ampliare una conversazione mettendogli a disposizione delle scelte di dialogo che molto spesso portano a delle conseguenze permanenti. È proprio questo uno degli aspetti più affascinanti di The Witcher 3, ovvero credere di avere preso la giusta decisione senza immaginare quale possa essere la sua reale conclusione. Una buona parte del tempo la si passa intrattenendosi con i personaggi che popolano il mondo di The Witcher 3, un’altra fetta invece la si impiega ad esplorare i suoi vastissimi territori e combattere mostri ed umani ostili.
Il sistema di combattimento fa perno sugli attacchi fisici e magici di Geralt, chiamati “Segni”, e sulle schivate. Sebbene i nemici tendano ad attaccare anche più di uno per volta, e senza una precisa tattica, basta comprenderne i movimenti per contrattaccarli con il giusto tempismo con una delle due spade a disposizione o con una magia di fuoco, giusto per citare un esempio. Il livello dei nemici non progredisce insieme a quello del protagonista, pertanto alle volte si accede a zone dove questi hanno una potenza così elevata da uccidere con un solo attacco. L’IA nemica non è quindi il tallone d’Achille di The Witcher 3, basti pensare che occorre semplicemente allontanarsi dagli avversari per far sì che questi perdano le tracce di Geralt e permettere a quest’ultimo di crivellarli a distanza con la balestra. Come ogni RPG degno della sua categoria, la gestione del personaggio principale è fondamentale per la sopravvivenza in un mondo ostile e selvaggio come quello di The Witcher 3. Geralt acquisisce punti esperienza combattendo oppure portando a termine gli incarichi; ad ogni level up guadagna un punto da spendere in una delle abilità presenti nei quattro rami esistenti. È possibile eccellere nel ramo relativo all’alchimia ed aumentare l’effetto delle pozioni o spendere tutti i punti nel ramo del combattimento. L’evoluzione del personaggio è a completa discrezione del giocatore così come la gestione dell’equipaggiamento. Creare pozioni, bombe, dardi, spade, armature è semplice ed intuitivo, basterà avere i giusti ingredienti richiesti dai vari schemi (alcuni acquistabili) ed avere la disponibilità di un fabbro/armaiolo. Determinate armi ed armature presentano uno o più slot dove incastonarci delle rune atte ad incrementarne od aggiungerne bonus. Tra un acquisto ed un incarico portato a termine c’è sempre tempo per un pò di svago, ed è per questo che visitando villaggi e città non è raro imbattersi in corse con i cavalli, fight club improvvisati oppure l’interessantissimo gioco di carte collezionabili, molto simile a Magic, chiamato Gwent.
Tecnicamente il lavoro svolto da CD Projeckt è incredibile. Fino ad ora abbiamo parlato della vastità del mondo di gioco, ben trentacinque volte più grande del predecessore, ma è giunto il momento di entrare nei dettagli. Sono questi, infatti, a fare la differenza in The Witcher 3; la particolarità e la cura riposta in ogni singolo ambiente e la grande immersione che questa regala costantemente al giocatore. L’opzione del viaggio rapido diventa facoltativa, vinta facilmente dall’impellente desiderio di esplorare l’orizzonte, scoprire nuovi villaggi e di conseguenza nuove avventure. Sebbene la colonna sonora si attesti su un alto livello, così come i dialoghi in lingua originale e sottotitolati in italiano, alle volte abbiamo preferito ridurla al minimo per lasciarci cullare dai suoni ambientali. Il ciclo giorno/notte e le condizioni meteo variabili seguiti da una convincente gestione dell’illuminazione rende il tutto più vivo, reale. Camminare di notte nei boschi sotto le raffiche di vento, tra gli splendidi palazzi delle grandi città o navigare attraverso il mare increspato da un’improvvisa tempesta; questo è The Witcher 3, una goduria da vedere ed ascoltare. Se riuscite a chiudere un occhio sull’intelligenza artificiale dei nemici, che comunque non mina pesantemente l’esperienza di gioco, troverete in questo titolo un’esperienza longeva, dagli alti contenuti narrativi e di grande impatto tecnico. Qualità che soltanto ogni tot anni si concretizzano in un unico videogioco e questa volta è il turno di The Witcher 3 che non a caso, nel momento in cui vi scriviamo questa recensione, ha venduto ben 4 milioni di copie in tutto il mondo. Non fatevelo scappare.