Nelle ultime settimane si è parlato spesso del nuovo progetto di BlueTwelve Studios ed Annapurna Interactive dal nome Stray, il motivo è molto semplice: è una tigre mascherata da gatto randagio.
Pur essendo una produzione indipendente, Stray non ha nulla da invidiare a quelle tripla A quanto ad ispirazione creativa, fregiandosi anche di una narrativa che lascia spazio a profonde riflessioni nonché a parallelismi con la nostra realtà.
E’ quasi impossibile non aver visto, almeno una volta, il tigrato protagonista di Stray; non ha un nome ed ovviamente non parla ma il giocatore può farlo miagolare e fargli compiere qualsiasi altra azione di un gatto comune.
Il viaggio del protagonista inizia proprio dai bassifondi di quella che, una tappa per volta, si rivelerà essere una grande città dai toni cyberpunk confinata all’interno di enormi mura e sovrastata da un’ombra eterna.
Uno scenario urbano che, seppur in parte conquistato dalla vegetazione, risulta essere vivo e decadente allo stesso tempo, con le sue centinaia di insegne al neon colorate, i lampioni accesi nelle strade e le ventole dei condizionatori in funzione.
E’ proprio in questo intricato sistema cittadino che il protagonista dovrà destreggiarsi, rivelando così la vera natura platform adventure del titolo composta da salti, esplorazione e puzzle da superare senza troppe difficoltà. Non solo, Stray mescola diverse formule di gameplay vincolandole saggiamente alla narrazione ed allo scenario, per buona parte ciò è possibile grazie all’aiuto di B-12 ovvero il piccolo e smemorato drone che accompagna il protagonista.
Il duo in determinate sequenze dovrà ad esempio sconfiggere gli Zurk, esserini carnivori che si muovono in enormi gruppi, dando vita ad una flebile meccanica sparatutto che prevede l’uso di un gadget da puntare contro l’incombente minaccia. Non mancano nemmeno le dinamiche stealth, in cui il protagonista, per giungere all’obiettivo, deve evitare a tutti i costi di essere individuato dai nemici di guardia.
Tutti questi elementi fanno da ottimo contorno a ciò che è l’essenza platform di Stray, in cui dominano le fasi esplorative similmente a come le porterebbe a compimento un reale gatto: saltando sui tubi, sui cornicioni, sulle insegne, correndo all’impazzata un po' ovunque, facendo le unghie sui tappeti o sui divani, gettando nel vuoto gli oggetti posizionati sulle mensole.
I giocatori più scrupolosi potranno dare la caccia ai collezionabili disseminati nelle mappe di gioco sotto forma di ricordi che B-12 provvederà ad elaborare, come pure abbellire lo zainetto del protagonista con spille alla moda.
Le ambientazioni di Stray sono complesse ed incredibilmente ricche di dettagli a tal punto da indurre il giocatore a fermarsi più volte per osservarne bene le luci, i fumi, i colori ma anche l’accurata disposizione degli elementi scenici.
Potersi muovere liberamente, per di più verticalmente, nel suggestivo mondo di Stray è un’esperienza che lascia a bocca aperta; un variegato diorama in cui l’ottima illuminazione globale stuzzica le sensazioni del giocatore riuscendone persino a cambiarne lo stato d’animo.
Le animazioni, specialmente durante le interazioni con l’ambiente, presentano qualche limitazione e vi sono rari cali di frame rate riscontrati nella versione PC; nulla che riesca comunque a minare la bellezza del lavoro svolto dai ragazzi di BlueTwelve Studios.
E’ stata dura parlarvi di Stray senza fare nemmeno un singolo riferimento alla sua storia, poiché il nostro desiderio è quello di farvi vivere in prima persona questa singolare avventura e scoprire ciò che ha da raccontarvi.
Tuttavia, possiamo assicurarvi che nonostante la breve longevità e la linearità del titolo in questione vi innamorerete del suo protagonista e dell’atmosfera cyberpunk che lo accompagna fino all’epilogo.
Stray è un’esperienza che mette in chiaro ancora una volta l’importanza, per le grandi compagnie, di dare la giusta luce alle mergenti realtà indipendenti. Stray è un acquisto obbligatorio.