Nel corso dell’Xbox Showcase appena concluso, Bethesda ha portato con sé sul palco ben 15 minuti di gameplay di Starfield spiegando, a grandi linee, cosa dobbiamo attenderci da questo mastodontico progetto.
Inizialmente previsto per l’11 novembre 2022, Starfield è stato poi posticipato da Bethesda stessa attraverso un comunicato su Twitter alla metà del 2023; questo ritardo, a detta degli sviluppatori, consentirà di avere un prodotto più rifinito e perché no, di liberarsi con calma di alcuni scomodi concorrenti in uscita questo inverno.
Anno 2330, l’umanità si è insediata in nuovi pianeti diventando di fatto una specie interstellare. Il nostro alter-ego, un tempo minatore spaziale, si unirà ad un gruppo di esploratori chiamato Constellation alla ricerca di rari manufatti sparsi per la galassia.
Starfield ha diversi elementi in comune con gli altri RPG di Bethesda, tra questi la possibilità di giocare in prima o terza persona, le meccaniche di creazione del personaggio e quelle relative alla sua progressione, il crafting e l’esplorazione. A cambiare, ovviamente, è il contesto poiché il giocatore si troverà di fronte ad una mole davvero imponente di location: parliamo di oltre 1000 pianeti esplorabili.
Non solo, Todd Howard di Bethesda Game Studios, ha affermato in un’intervista rilasciata ai microfoni di IGN che la quest principale di Starfield sarà il 20% più grande rispetto a titoli come Skyrim e Fallout 4, attestandosi sulle 30-40 ore senza considerare i numerosi contenuti secondari, alcuni dei quali generati proceduralmente.
Nel corso dell’avventura il giocatore avrà piena libertà nel creare la propria storia esplorando lo spazio ed aggregandosi a fazioni come l’Unione Coloniale che si batte per un futuro sotto una repubblica spaziale, il Collettivo Freestar basata su una visione “western fantasy” dello spazio, la megacorporazione Ryujin Industries ed i temibili ed anarchici pirati della Flotta Cremisi.
Sembrerebbero essere quattro, invece, le città principali di Starfield sebbene siano note, al momento, soltanto i dettagli delle prime tre: New Atlantis, Akilà e Neon.
Nuova Atlantis è la città più estesa del gioco oltre che la più grande mai realizzata in un gioco da Bethesda, all’interno dei suoi confini il giocatore godrà di tutti i servizi e le utilità di cui avrà bisogno; sarà inoltre la dimora di molte etnie e culture.
Akilà, la capitale del Collettivo Freestar, è incastonata tra le montagne ed ospita una varietà di persone che credono all’unisono nella santità della libertà personale e dell’individualità. Fuori dalle mura di Akilà gli esploratori possono imbattersi nella minaccia degli Ashta, una specie aliena predatrice che è anche una via di mezzo tra un lupo ed un velociraptor.
Neon è invece considerata come la “città del piacere” e si trova su un pianeta acquatico. Inizialmente era un’importante piattaforma di pesca per la Corporazione XenoFresh fino a quando non scoprirono che una delle specie locali aveva proprietà psicotrope. Da quel momento la XenoFresh iniziò a produrre e vendere l’Aurora, una droga legale soltanto all’interno di Neon, aumentandone esponenzialmente il turismo da ogni parte dello spazio.
E’ importante precisare che il volo dai pianeti allo spazio non sarà senza soluzione di continuità, pertanto sarà impossibile far volare la nave direttamente sul pianeta (vedi No Man’s Sky ndr); a tale proposito Bethesda ha dichiarato che il costo ingegneristico di questa funzione non fosse necessario ai fini del gameplay.
Tuttavia il video gameplay di Starfield mostrato da Bethesda ci propone un assaggio di quelli che saranno i combattimenti spaziali, anche questi affrontabili in prima o terza persona per una maggiore immedesimazione nonché per un migliore controllo della strumentazione di bordo.
Sarà possibile abbordare e rubare le navi nemiche dopo averne neutralizzato l’equipaggio; non è chiaro se quest’ultimo possa comunque decidere di arrendersi e prestare lealtà al dirottatore/nuovo comandante di bordo.
La costruzione di un insediamento, proprio come nella serie Fallout, consentirà al giocatore di sviluppare risorse mentre è occupato in altre attività o semplicemente di sopravvivere al clima ostile o alla fauna del pianeta ospitante; può anche arruolarvi dei personaggi incontrati durante il corso della storia.
Il sistema di crafting di Starfield non si limita soltanto all’equipaggiamento portatile del giocatore (armi e consumabili ndr), quest’ultimo può addirittura creare la sua nave dei sogni personalizzandola attraverso una lunga serie di moduli, colori, livree e sceglierne i membri dell’equipaggio; supponiamo che la preferenza degli elementi che andranno a comporre la nave impatti sulle statistiche della stessa come ad esempio gli scudi, la velocità, la potenza di fuoco e così via.
Bethesda ha rivelato che la creazione del personaggio sarà molto profonda e curata, sarà anche possibile scegliere un background per il proprio personaggio (ciò dara accesso a tre skill di partenza ndr) ed una serie di tratti opzionali con i relativi bonus/malus. Le abilità del protagonista potranno essere sbloccate ad ogni level-up e migliorate con il loro utilizzo e completando determinate sfide.
Attraverso un recente Tweet Bethesda rende noto che il protagonista non avrà doppiaggio mentre attualmente le linee di dialogo degli NPC si aggirano intorno alle 200.000; per di più, si rivolgeranno all’interlocutore prestando attenzione al pronome scelto in fase di creazione del personaggio (lui, lei, loro ndr) per una maggiore inclusività.
Il Creation Engine 2, il motore di Starfield, introdurrà nuove tecnologie e verrà utilizzato con molta probabilità anche per The Elder Scrolls 6; a differenza della precedente versione gli sviluppatori potranno dare vita a molte più animazioni, una generazione procedurale ed un’intelligenza artificiale più credibile oltre che un aspetto visivo più impattante.
Starfield sarà un’esclusiva delle console Xbox e PC, verrà inoltre rilasciato al day-one anche sul Game Pass senza costi aggiuntivi. Nei prossimi mesi avremo modo di vedere e conoscere molti più aspetti di questa nuova IP di Bethseda, non ci resta che attendere trepidanti.