Immaginatevi un roguelike in cui l’eroe intraprende la sua avventura in un loop infinito nel quale mostri ed edifici vengono generati attraverso il libero utilizzo di particolari carte. Questo è il progetto messo in pratica dagli sviluppatori Four Quarters, con Loop Hero si viaggia nostalgicamente verso i ricordi audiovisivi dell’Amiga rimanendo incredibilmente intrappolati in un gameplay che suscita stupore e dipendenza quanto ad originalità.
Il mondo fantasy di Loop Hero è stato intrappolato fuori dal tempo da una presenza oscura chiamata “Linch”, i pochi sopravvissuti vagano nelle tenebre con stralci di ricordi, ivi compreso il nostro eroe.
In questo caos, dove anche gli orrori girovagano alla ricerca di sazietà, siamo chiamati a costruire un barlume di speranza unendo le forze insieme ad altri superstiti.
Le spedizioni si svolgono sempre in un anello, o per l'appunto “loop”, che si articola in maniera randomica nel vuoto delle tenebre; l’eroe si muove su di esso in senso orario o antiorario all’infinito, previa morte o sosta prolungata all’accampamento.
Il giocatore non ha il controllo diretto sul personaggio durante la fase esplorativa, né durante i combattimenti, tutto avviene in automatico ed i suoi successi in battaglia dipendono dall’equipaggiamento indossato. Tutto qui? Assolutamente no.
A questo punto vi domanderete in cosa può effettivamente intervenire il giocatore e come si diversificano, di fatto, i loop.
Gli abomini che sconfiggiamo lungo il percorso non lasciano cadere a terra soltanto pezzi di equip, ma anche delle preziosissime carte che è possibile posizionare in determinati punti dello stesso.
Tali carte possono essere utilizzate per generare elementi naturali o edifici i cui effetti vanno a condizionare l’eroe o l’esplorazione del loop.
Il giocatore può, ad esempio, far comparire dal nulla foreste e montagne beneficiando di bonus ai punti salute, creare delle torri d’osservazione in grado di aumentare la velocità di movimento e di attacco lungo tutte le celle ricoperte dal loro raggio d’azione oppure sistemare cimiteri, ville di vampiri, foreste infestate, villaggi e quant’altro lungo il percorso.
Alcune carte possono essere combinate tra loro per avere svariati effetti, come ad esempio la “Blood Groove” che, se piazzata nelle vicinanze di una foresta adiacente al loop, uccide istantaneamente, attraverso le sue radici, i nemici con punti ferita al di sotto di una certa percentuale.
Il posizionamento di questi “tasselli” sulla mappa comporta anche l’aumento di una barra di progressione, sempre visibile nella parte alta dello schermo, al cui completamento veniamo chiamati a sconfiggere un boss e successivamente a proseguire nella storyline.
E’ facilmente comprensibile come questi elementi del gameplay influiscano pesantemente sull’andamento della spedizione, pregiudicandone l’esito in base a quanto il giocatore sia stato oculato nel posizionamento delle carte, non soltanto nel giusto momento ma anche nel punto della mappa in cui ne può trarre maggiore vantaggio.
Conoscere le carte ed avere una buona strategia per il loro utilizzo è la chiave per sopravvivere ai loop, scanditi ad ogni passaggio dell’eroe all’accampamento; ad ogni giro completo i mostri diventano sempre più forti e lasciano cadere armi ed armature di qualità/rarità maggiore.
Se siete giunti fin qui vi chiederete perché mai il giocatore dovrebbe mettersi autonomamente il bastone tra le ruote facendo comparire sulla mappa “punti di spawn” di nemici e quindi compromettere la spedizione. La risposta è semplice: risorse.
Già, perché come se non bastasse in Loop Hero bisogna anche costruire e migliorare il proprio accampamento con i materiali trovati durante le missioni, cosicchè sia possibile ripartire con bonus ed equipaggiamenti sempre più efficienti e sbloccare, inoltre, nuove abilità e classi per l’eroe.
Parallelamente alla gestione dell’accampamento vi è quella del mazzo di carte. Queste ultime, in base alla rarità, appaiono durante la spedizione con una frequenza variabile; è possibile selezionarne un minimo di sette fino ad un massimo di dodici e man mano che si progredisce con la trama e con l’espansione dell’accampamento se ne sbloccano sempre di nuove.
Dal punto di vista grafico il titolo di Four Quarters sfoggia un’allettante pixel art che di certo renderà felici i più nostalgici, persino le musiche in 16 bit e gli effetti sonori “sporchi” sono da considerare un valore aggiunto ad uno stile retro che abbiamo iniziato ad apprezzare nell’ultimo decennio mediante i titoli indie.
E’ facile lasciarsi ingannare da Loop Hero, un gioco che solo in apparenza sembra voler proporre delle meccaniche di gioco semplificate ma che, a conti fatti, richiede metodo e pazienza nel ripetere più volte le stesse azioni anche se in diverso ordine.
Abbiamo apprezzato la libertà di poter sperimentare ad ogni spedizione armi e carte sempre diverse, così come le classi dell’eroe ed i vari tipi di progressione dell’accampamento.
Se riuscirà a catturarvi, vi terrà incollati alla tastiera per ore senza che ve ne accorgiate anche grazie ad una trama interessante ed ai suoi personaggi alquanto bizzarri.
Ve lo consigliamo all’infinito.