Tagliare il nastro di una nuova generazione di console è una responsabilità di un certo peso, un onore che stavolta è spettato a Counterplay Games con il suo Godfall, supportato da Gearbox Publishing e dall’incoraggiamento mediatico di Sony che ne ha fatto uno dei titoli di lancio di Playstation 5.
Godfall si apre al giocatore con uno sbalorditivo filmato in cui migliaia di soldati appartenenti a due fazioni diverse si scontrano sul campo di battaglia, capitanati, da una parte, da un re caduto di nome Orin e dall’altra dal fratello Macros. Quest’ultimo, assetato dalla bramosia di potere e dal desiderio di diventare un Dio, è pronto a tutto, anche a distruggere il mondo intero.
Per fermare il diabolico piano di Macros, Orin dovrà prima sconfiggere tutti i suoi luogotenenti, che si paleseranno soltanto dopo aver completato un certo numero di missioni.
Terminata l’introduzione, la trama va poi lentamente a spegnersi tra conversazioni poco entusiasmanti, colpi di scena inesistenti ed un finale che lascia un po' con l’amaro in bocca.
Tuttavia, tra uno scambio di battute e l’altro si ha modo di entrare nell’animo di questo looter-slasher, in cui lo sviluppo del personaggio è quasi interamente legato al bottino/equipaggiamento lasciato cadere dagli avversari ed i combattimenti, affrontabili in solo od in compagnia di altri due giocatori online, sono puramente action in terza persona.

Qui entrano subito in gioco le Valorplate, le dodici armature scintillanti, che di certo non sono passate inosservate nei tanti trailer visti fino ad oggi; ognuna di queste possiede una propria abilità passiva ed attiva peculiare rispetto alle altre ed ovviamente possono essere tutte indossate da Orin. La nota dolente di quanto appena detto è che, a conti fatti, le Valorplate, sul campo di battaglia, si comportano tutte allo stesso modo a prescindere dal bonus sul sanguinamento nemico, dal danno di elemento ghiaccio o fulmine; quindi si limitano ad essere delle semplici skin, lasciando all’equipaggiamento l’obbligo di definire la potenza dell’eroe. Esistono cinque tipologie di armi i cui colori, come da tradizione gidierristica, ne definiscono la rarità e l’efficacia: grigio, verde, blu, viola e arancio. Orin può portare con sé due armi contemporaneamente ed alternarle in battaglia senza impedimenti; oltre a ciò, con le giuste risorse queste possono essere potenziate ed incantate per bonus addizionali. In aggiunta alle armi, la dotazione dell’eroe prevede anelli, ciondoli, stendardi e rune, tutti soggetti alla suddetta divisione per colore nonché alla possibilità di essere migliorati nelle statistiche.
Sebbene il giusto equipaggiamento riesca a fare la differenza in combattimento, l’assegnazione dei punti abilità ad ogni passaggio di livello consente invece di definire delle vere e proprie build personalizzate. Nonostante vi sia un albero delle abilità poco vasto e vario ma soprattutto unico a prescindere dalla Valorplate indossata, man mano che andrete ad assegnare manciate di punti nei vari rami noterete Orin falciare i nemici con più scioltezza.
Le creature ostili che popolano i mondi elementali di Godfall sono molteplici ed alcune di queste possono dare del filo da torcere anche a difficoltà media; eppure, dopo qualche ora di gioco, inizierete ad ignorarle ed a puntare dritti al boss di turno, complici le missioni che vi costringeranno a ripercorrere più volte la stessa area.
Saranno i boss e le “missioni di caccia” a regalarvi maggiori soddisfazioni nei combattimento, soprattutto quando riuscirete a sconfiggere l’obiettivo facendolo esplodere in un trionfante scintillìo di loot colorato.
Il sistema di combattimento include attacco leggero, pesante e parata ma anche attacchi caricati e speciali per ogni tipologia di arma; come se non bastasse, si può lanciare lo scudo contro i nemici ed attivare i poteri del Valorplate in aggiunta a quelli sbloccati nell’apposito albero delle abilità.
E’ chiaro come il buon assortimento di armi nelle quali, precisiamo, mancano le ranged, restituisca al giocatore un feedback diverso a seconda della loro tipologia; le doppie lame, ad esempio, sono incredibilmente veloci rispetto ad un martello che, d’altra parte, causa maggiori danni al nemico.
Non abbiamo riscontrato alcun problema di sorta nella modalità cooperativa, il bottino è individuale e gli scontri sono ben bilanciati anche nel caso in cui uno dei membri del party dovesse essere sottolivellato rispetto ai compagni. Non esiste il matchmaking, pertanto si può cooperare solo con chi si ha nella lista amici e fortunatamente le attività, anche in end-game, offrono una buona longevità per tutto il gruppo.

Dal punto di vista tecnico Godfall è un tripudio di luci ed effetti ma anche di creature, armi ed armature incredibilmente dettagliate che si confondono tra il fantasy e la fantascienza.
Le vaste aree di gioco sono ricche di minuzie e contornate da un sistema di illuminazione convincente, nonostante ciò mancano di varietà nelle architetture e nella vegetazione scadendo spesso in qualcosa di già visto. Non ci troviamo di fronte ad un level-design di grande effetto, le mappe sono un susseguirsi di corridoi ed arene che riescono a dare al titolo una parvenza da vasto open-world ma a conti fatti si è sempre guidati verso l’obiettivo.
In Godfall passerete molto tempo nei menù per trovare il giusto equilibrio tra armi ed abilità, sperimentando build sui nemici e sui boss che il gioco ha da offrirvi. Questo è ciò che vi spingerà ad acquistare il titolo di Counterplay Games, ovvero la sete di bottino raro da sfoggiare davanti agli occhi increduli dei vostri amici durante le sessioni cooperative online. Se riuscite a superare le sbavature che vi abbiamo elencato nel corso della nostra analisi, Godfall saprà senza dubbio regalarvi numerose ore di divertimento e combattimenti altamente scenografici.