Fans dei Souls-like alzate la mano, riunitevi qui con me.
In una data non ancora ufficiale del 2021 i ragazzi di Cold Symmetry rilasceranno ufficialmente il loro primogenito Mortal Shell, titolo fortemente ispirato ai successi di Hidetaka Miyazaki (From Software).
Il brivido di provare un nuovo RPG di stampo hardcore con un’ambientazione dai colori tutt’altro che accesi mi ha spinto in questa nuova avventura che ho apprezzato, grazie a diversi elementi che rendono Mortal Shell una valida alternativa ai grandi classici del genere.
La sua principale caratteristica è che non esiste una creazione del personaggio, non ci sono classi e statistiche legate a queste.
Il protagonista non è altro che una creatura umanoide vagante in grado di impossessarsi degli “Shell”, ovvero delle armature di antichi guerrieri caduti in battaglia. Ogni involucro differisce dall’altro per via delle sue statistiche ed abilità sbloccabili; tra l’altro, più tempo si passa all’interno di un determinato shell e più si entra in armonia con questo sbloccandone ulteriori bonus.
Nella demo provata mi è stato possibile utilizzare due armature molto diverse tra loro.
Entrambe richiamavano infatti un preciso stile di gioco: il primo shell era molto simile, in termini di salute e resistenza, ad una build da guerriero mentre il secondo, verosimilmente alla classe ladro/assassino, era molto più agile a discapito della salute.
Sebbene la prima armatura mi abbia permesso di apprendere le basi del gioco a discapito di qualche colpo in più nei fianchi, la seconda si avvicinava egregiamente alle mie preferenze, permettendomi di affrontare senza troppi sforzi i nemici più ostici.
Fuori e dentro uno shell il protagonista può indurire la propria pelle, a difesa dei fendenti avversari, attraverso un’abilità chiamata “Harden”. Tale abilità è attivabile in qualsiasi momento ed è in grado di interrompere un attacco nemico anche se dopo il suo utilizzo, ovviamente, necessita di alcuni secondi per tornare nuovamente disponibile.
Durante le prime fasi di gioco mi è stato poi fornito un particolare sigillo che permetteva una tecnica chiamata “Empowered Riposte”, si trattava di parare l’attacco nemico con il giusto tempismo e di contrattaccarlo recuperando al contempo una certa percentuale di salute.
Tale sigillo aveva anche sbloccato un’ulteriore e potentissima abilità in grado di uccidere istantaneamente qualsiasi orrore comune mi trovassi davanti.
Entrambi i suddetti poteri però avevano un costo in “Resolve”, una terza barra oltre a quella della salute e della stamina, ricaricabile con l’uccisione di una certa quantità di nemici oppure attraverso l’utilizzo di determinati oggetti.
Inizialmente tutti gli oggetti consumabili di Mortal Shell sono un mistero per il giocatore, nello specifico è impossibile capire quale bonus o malus attivino.
Attraverso la meccanica chiamata “Familiarità” il gioco mi ha spronato ad utilizzare più volte lo stesso oggetto per sbloccarne l’effetto pieno mentre altre volte mi ha indotto a pensarci attentamente, come nel caso di un fungo viola trovato lungo il cammino. Insomma, mi limito a suggerirvi che - forse - non è il proprio caso di ingurgitare qualsiasi cosa vi capiti dentro l’inventario.
Per ciò che concerne la progressione del personaggio, invece, abbandonate la concezione di passaggio di livello ed acquisizione di punti esperienza; chiacchierando con un determinato NPC si possono sbloccare abilità molto utili in battaglia al costo di una manciata di “Tar”.
Quest’ultimi, definibili come i cugini delle anime nei titoli Souls, si differiscono da una seconda valuta chiamata “Glimpse”, decisamente più rara ed impossibile da farmare. I Tar, in caso di morte del personaggio, possono essere recuperati nell’esatto punto in cui si è stati sconfitti mentre i Glimpse, fortunatamente, rimangono sempre nell’inventario.
Le suddette valute possono essere spese per i miglioramenti degli Shell od in alternativa presso un qualsiasi mercante in cambio di oggetti e risorse utili.
Il sistema di combattimento di Mortal Shell richiama fortemente l’idea del “trial and error”, vale a dire studiare l’attacco nemico, morire e riprovare fino all’anelata vittoria.
Nulla di nuovo per tutti quei giocatori che hanno già patito le pene dell’inferno su altri titoli dello stesso genere, per coloro i quali si volessero invece avvicinare per la prima volta al titolo in esame consiglio molta pazienza e perseveranza.
Ho trovato interessante la meccanica che consente di non morire immediatamente all’esaurimento della salute ma di essere, piuttosto, sbalzati fuori dallo shell in quella che possiamo definire una seconda ed ultima chance di vita prima del game over; quando ciò accade si è più vulnerabili ai fendenti nemici, di conseguenza è opportuno rientrare nell’armatura il più velocemente possibile.
Ho avuto modo di constatare una certa pesantezza nelle animazioni del personaggio (specialmente nella schivata), elemento che potrebbe creare non pochi problemi durante gli scontri con i boss più agili. Negli spazi più ristretti invece, la telecamera perdeva di vista il mio eroe non permettendomi di capire bene come muovermi o cosa gli si celava alle spalle.
Ben strutturate le ambientazioni di gioco e davvero interessanti i modelli dei nemici ma anche quello dello stesso protagonista che lontanamente ci ha ricordato alcuni eroi di Warframe.
Degni di essere menzionate anche le voci narranti in lingua originale e gli effetti sonori che accompagnano costantemente il giocatore lungo tutto il viaggio.
Il team di sviluppo Cold Symmetry, composto da soli quindici sviluppatori, ha decisamente attirato la mia attenzione con questo prodotto che può tranquillamente collocarsi tra i big del genere a patto che vengano limitate alcune criticità come quelle descritte poco sopra.
Mortal Shell è apertamente un omaggio ai titoli di From Software che gli appassionati non devono assolutamente perdere di vista dal loro radar.