Nel recente panorama videoludico, ormai dominato da versioni remastered e remake, occasionalmente intravediamo piccoli capolavori che ci ricordano davvero come la nostra passione sia rivolta ad una forma d’arte poliedrica e potentissima.
Ori and the Will of the Wisps, degli sviluppatori Moon Studios, entra a piè pari in quella cerchia ristretta di titoli che divertono e lasciano una traccia di sé in ognuno di noi, come dei piccoli semi di bellezza che crescono man mano che si giunge ai titoli di coda.
Un tripudio di emozioni in movimento, di suoni e di colori che non rinnega la formula di gameplay del predecessore, piuttosto la eleva integrandone nuovi elementi.
Al Nido delle Rondini Gumo, Naru ed Ori si prendono cura della piccola Ku, la gufetta nata dalla possente antagonista del capitolo precedente Kuro.
La neonata cresce attorniata dall’affetto dei suoi cari e, ciò nonostante, con lo scorrere del tempo, avverte sempre di più il richiamo del cielo ed il desiderio di spingersi oltre i limiti di casa. Ori decide quindi di aiutare Ku nell’impresa del nuovo viaggio ma, sorvolata la foresta di Niwen, una terribile tempesta li raggiunge separandoli.
Il luminescente spirito si risveglia da solo in un luogo che un tempo, a detta degli abitanti superstiti, pullulava di luce e di vita; adesso invece un potere oscuro costringe Niwen ad una lenta morte e tocca proprio ad Ori risollevarne le sorti nonché cercare l’amica perduta.
Ori può scattare, saltare ed arrampicarsi con grande agilità lungo i bellissimi ambienti 2D creati dagli sviluppatori; tali azioni basilari vanno a sommarsi alle dodici abilità offensive e difensive acquistabili attraverso lo scambio di “Luce Spirituale” raccolta. Non finisce qui, poiché sparsi nei meandri di Newen vi sono diversi potenziamenti, ottenibili attraverso i “Frammenti di Spirito”, in grado di attivare bonus passivi o addirittura modificare le abilità principali. Tra questi, ad esempio, appare quello che consente ad Ori di effettuare un triplo salto, di rimanere ben saldato alle sporgenze o di respirare sott’acqua senza mai esaurire l’ossigeno.
Tutta l’esperienza di Ori and the Will of the Wisps è costellata da vaste aree di gioco esplorabili e da boss a difesa di queste; badate bene che tutte le abilità ed i potenziamenti di cui vi abbiamo parlato poco sopra sono fondamentali per l’avanzamento della storia e per la scoperta dei segreti. Di conseguenza occorrono mani chirurgiche, sangue freddo ed una buona dose di riflessi per raggiungere determinate zone e concludere, ad esempio, un incarico affidato da un Moki o da qualsiasi altra creatura abitante di Newel in cambio di preziose ricompense.
Il sistema di combattimento è fluido ed intuititivo; con la rapida pressione di un pulsante dorsale del pad è possibile cambiare rapidamente tipologia di attacco ed uscire da situazioni piuttosto scomode, specialmente nelle boss fight e durante le sempre più difficili ondate di mostri nei “Santuari del Combattimento”.
I ragazzi di Moon Studios hanno dimostrato ancora una volta la loro abilità nella gestione del motore grafico Unity creando un piccolo mondo tempestato di particolari.
Graficamente Ori and the Will of the Wisps è un giubilo di colori, di contrasti, luci ed effetti particellari che non accennano ad un calo qualitativo nemmeno di fronte ad un level design complesso come quello nel quale ci siamo imbattuti. La foresta di Niwel, così come tutte le creature che s’incontrano lungo tutta l’esperienza di gioco, fanno parte di una cura minuziosa che va ben oltre l’aspetto audiovisivo. Ed è proprio il sonoro che riesce a toccare le corde più profonde del giocatore grazie alle note del compositore britannico Garteh Cocker, con ritmi e melodie sempre in linea con ciò che appare su schermo.
In conclusione, non vi capiterà spesso di trovare un metroidvania con elementi RPG in grado di rasentare la perfezione sotto ogni suo aspetto come nel titolo del quale vi stiamo parlando. Il piccolo Ori è la luce della speranza in un luogo che lentamente si spegne e che, tuttavia, chiede, attraverso la bocca dei suoi superstiti, di essere salvato e di gioire ancora una volta di quei colori che soltanto la natura sa regalare. È altresì una storia che ci insegna a non perdere il coraggio anche di fronte agli eventi più drammatici ed a combattere sempre per la giusta causa, fino alla fine.
Se mai la storia non riuscisse stranamente a pervadervi nel mood giusto, potrete comunque affidarvi ad un gameplay ricco di combattimenti frenetici e ad un’esplorazione che certamente non lesina enigmi e complicate sezioni, raggiungibili soltanto dopo aver appreso ad impiegare il pad con una certa destrezza.
Se avete amato il primo capitolo della serie non potete assolutamente farvi mancare quest’ultimo, e se, invece, non lo avete mai giocato prima d’ora, fatevi il regalo più bello degli ultimi tempi.