Un albergo di montagna, una sedicenne suicida di nome Rachel, due famiglie distrutte.
A legare questi tre elementi ci ha pensato il team di sviluppo italiano One-O-One, proponendoci un thriller dai contenuti maturi e generalmente inusuali per un videogioco.
I fatti accadono nel 1983, il palesamento della relazione extraconiugale tra il proprietario del Timberline Hotel e la sedicenne Rachel Foster ha spinto la seconda al suicidio mentre la famiglia di lui sprofonda in un abisso senza ritorno.
Dieci anni dopo Nicole, la figlia di quello che doveva essere un semplice amico per i Foster, è costretta a tornare nell’albergo di famiglia per valutarne la vendita ma vi rimane intrappolata a seguito di una violenta tempesta di neve.
Lì dentro, travolta da un turbine di ricordi dolorosi e nostalgici, Nicole si confronta con la voce dell’agente federale Irving, l’unico in grado di darle man forte attraverso l’uso di un telefono portatile.
The Suicide of Rachel Foster è un titolo interamente story-driven e con un’atmosfera di forte impatto che gioca con il sentimento d’ansia del giocatore, bastano però pochi minuti per capire come l’esplorazione del labirintico nonchè spettrale hotel sia fortemente guidata. Il giocatore infatti non deve fare altro che seguire le indicazioni di Irving, spostandosi da una parte all’altra del Timberline con l’unica scusante di comprendere i fatti realmente accaduti dietro il suicidio di Rachel.
Non vi è alcun puzzle, il gameplay si limita ad una sorta di simulazione di camminata in cui, nonostante le incessanti chiamate dell’agente federale, ci sentiremo inquietantemente soli. L’audio binaturale riesce perfettamente a fare immergere il giocatore nei vari ambienti di gioco che seppure poco interattivi, si rivelano accuratamente dettagliati e con un sistema di illuminazione credibile.
Si attestano su un buon livello qualitativo anche le voci dei protagonisti in lingua inglese accompagnate da sottotitoli in italiano.
In conclusione, The Suicide of Rachel Foster è riuscito sorprendentemente a tenerci in tensione per tutta la durata delle sue quattro ore sfruttando pochissimi (ma riusciti) elementi di gameplay.
A nostro parere la trama, ovvero il cuore pulsante di questa nuova produzione One-o-One, andava approfondita un po' di più con particolare attenzione al background della famiglia di Nicole ed a quello della sedicenne Rachel Foster. Una delle tante domande che ci siamo posti dopo aver raggiunto uno dei due finali possibili è stata: “Cosa è accaduto nei dieci anni successivi alla morte di Rachel?”.
Ad ogni modo, i temi affrontati nel gioco in questione non sono semplici da digerire ed ammettiamo che sebbene spesso occorra una certa sensibilità nell’affrontarli, gli sviluppatori sono stati capaci di esprimerli al meglio suscitando in noi sentimenti contrastanti.
Pronti a scoprire la verità?