Dry Drowning - la singolare visual novel investigativa nonché opera prima degli italiani Studio V - è appena passata sotto la nostra lente d’ingrandimento, facendoci immergere in un universo futuristico dai tratti noir e distopici. Ci siamo ritrovati tra le mani un titolo che, anche a detta degli sviluppatori stessi, fa tesoro di tutte quelle peculiarità presenti nelle serie televisive o nei videogiochi dello stesso genere, come, ad esempio, “Phoenix Wright: Ace Attorney”; ciò, tuttavia, senza tribunali e con toni meno farseschi. Impossibile poi non notare una certa influenza proveniente dai titoli di Quantic Dream o dallo stesso L.A. Noir dove le scelte del giocatore incidono sull’evoluzione della trama.
Fatta questa premessa è facile intuire come Dry Drowning sia il risultato di meccaniche pluripremiate in passato ma con un tocco di personalità in più ed una trama ben strutturata e trascinante.
Nello specifico vestiremo i panni del detective Mordred Foley, resosi celebre per aver fatto condannare a morte due uomini innocenti con l’accusa di aver alterato la realtà dei fatti e successivamente scagionato per mancanza di prove.
A Nova Polemos, città futuristica del nord Europa nella quale si svolgono gli eventi narrativi di Dry Drowning, la reputazione della Foley Investigation è quindi ben nota a tutti; per ripulirne il nome è necessario che il suo fondatore, insieme alla sua affidabile collaboratrice Hera Kairis, accetti un nuovo incarico offerto da un influente politico locale. Non un lavoro qualsiasi ma un omicidio che lo rimetterà sulle tracce di una sua vecchia conoscenza, Pandora, l’assassino al quale piace uccidere le proprie vittime ricostruendo sadicamente miti e simbologie della mitologia greca.
La trama del gioco scorre principalmente attraverso i dialoghi e le decisioni che il giocatore intende portare avanti nei punti cruciali, scelte che lo indirizzeranno verso le tantissime ramificazioni nonché verso i tre diversi capitoli finali alternativi. Si, avete letto bene, non parliamo di tre semplici fasi conclusive ma di veri e propri atti completi che elevano esponenzialmente la rigiocabilità del titolo in esame.
Nel corso delle indagini è possibile cercare gli indizi scorrendo il cursore del mouse sui punti sensibili degli ambienti; una volta rivelate le evidenze, queste possono essere consultate per l’acquisizione di informazioni ed utilizzate nelle fasi di dialogo o negli interrogatori.
Sebbene alle volte occorrerà porre le giuste domande all’interlocutore per poter proseguire con le indagini, in altri casi bisognerà ricorrere alla cosiddetta modalità “Living Nightmare” per smascherarne le menzogne. Durante questa particolare tipologia di interrogatorio il giocatore avrà a disposizione soltanto tre tentativi per arrivare alla verità ed evitare il game over, facendo leva sulle giuste intuizioni e basandosi sulle informazioni raccolte fino a quel momento.
Vogliamo inoltre sottolineare un’altra particolarità del sistema dei dialoghi, disponibile solo dopo qualche ora di gioco, che prevede la messa in evidenza di alcune parole chiave all’interno di una frase pronunciata dall’interlocutore; cliccandoci sopra è possibile ricevere approfondimenti su quello specifico argomento.
Gli sviluppatori hanno ben pensato di variegare l’attività investigativa inserendo anche dei minigiochi come, ad esempio, confrontare più scene del crimine per comprenderne i dettagli comuni, o attivare ed unire nella giusta combinazione una serie di celle all’interno di una griglia nel macchinoso “Be a Good Citizen”.
Abbiamo particolarmente apprezzato lo stile grafico scelto per le ambientazioni ed i personaggi; le prime richiamano costantemente luci e colori delle classiche metropoli futuristiche senza sonno, mentre i protagonisti si animano in un eterno, dettagliato, bianco e nero. Questo contrasto tra i due sopraccitati elementi è stato pensato per enfatizzare il carattere del gioco e, lo ammettiamo, funziona alla perfezione.
Le musiche, invece, offrono oltre due ore di contenuti sempre in linea con il contesto, garantendo la giusta compagnia durante tutta l’esperienza investigativa. Il gioco è interamente tradotto in lingua italiana ed inglese.
Dry Drowning è una visual novel che ci ha colpiti positivamente per il suo modo maturo e diretto di raccontarsi, trasportandoci in una realtà cupa e distopica a tratti affine a quella reale. Noi crediamo che sia proprio questa la carta vincente della sua storia, che richiede circa una ventina di ore per essere completata in tutti i suoi finali alternativi.
Il gameplay non si distingue per la sua originalità rispetto ad altri titoli dello stesso genere ma è certamente palese l’interesse di Studio V nel volergli dare un tocco personale. Piuttosto riteniamo che lo sforzo maggiore degli sviluppatori sia stato riposto nelle circa centocinquanta ramificazioni della trama, dando la possibilità al giocatore di essere effettivamente l’artefice del proprio destino in base alle scelte fatte.
C’è un serial killer lì fuori a Nova Polemos ed occorrono nuovi investigatori, riuscirete a tenergli testa?