Numerosi, veloci ed affamati, questi sono gli zombie che Saber Interactive ci hanno fatto conoscere in World War Z, il loro videogioco ispirato all’omonima pellicola cinematografica nonché romanzo scritto da Max Brooks.
Di cosa si tratta dunque? Semplice, di uno sparatutto cooperativo in terza persona che segue sulla cresta dell’onda il divertentissimo titolo di Valve Left for Dead.
Questo paragone obbligatorio non è tuttavia da vedere come una cosa negativa, anzi, il titolo di Saber Interactive assimila tutti gli elementi di successo del genere e gliene da una maggiore profondità con un risultato davvero apprezzabile.
E’ possibile affrontare la campagna principale insieme a giocatori reali od in compagnia dei bot per un massimo di quattro sopravvissuti; vi sono poi ulteriori quattro ambientazioni diverse nelle quali si sviluppano le storie dei protagonisti (sedici in tutto): New York, Gerusalemme, Mosca e Tokyo.
Vi diciamo fin da subito che le trame delle varie location sono soltanto un pretesto per dare ai giocatori svariati obiettivi di sopravvivenza partendo dal punto A fino al punto B. Gli ambienti di gioco infatti sono tutti piuttosto lineari e si è perennemente costretti a dover affrontare orde incredibili di zombie.
Inutile negarvi che World War Z è pensato principalmente per cooperare attraverso la chat vocale con altri giocatori in carne ed ossa, tanto da implementare anche delle meccaniche essenziali al fine di gestire la minaccia infetta con successo; tra giocatori ci si può curare, segnalare una posizione o eventuali armi e munizioni oltre che erigere delle difese là dove il gioco lo permette (es. mitragliatori fissi o reti elettrificate).
Gli zombie, veri protagonisti della produzione di Saber Interactive, riempiono letteralmente lo schermo del giocatore sfondando barricate e gettandosi impunemente da qualsiasi struttura presente nello skyline.
Vederli la prima volta in un così vasto numero vi lascerà senza fiato e con un senso di impotenza mai provato prima, e possiamo assicurarvi che la situazione non migliorerà quando li vedrete formare delle piramidi con i loro stessi corpi pur di raggiungervi. Capiamoci bene, singolarmente vanno giù come se fossero moscerini ma tra di loro si nascondono sempre quelli “speciali” come i super corrazzati che caricano ed immobilizzano il giocatore oppure i putridi che emanano delle sostanze in grado di annebbiare la vista e danneggiare i punti vita.
Insomma, se nella mischia scovate alcuni di questi facilmente riconoscibili dalle loro sembianze beh…concentratevi prima su di loro!
Ogni sopravvissuto possiede un’arma melee per lo scontro ravvicinato ma anche un’arma primaria, una secondaria ed un’altra speciale dalle munizioni limitate.Tutte le armi aumentano di livello man mano che vengono utilizzate dal giocatore e proprio quest’ultimo, attraverso i crediti ingame, può acquistarne i potenziamenti e renderle così più efficienti sul campo.
Parallelamente al level up delle armi vi è anche quello delle sei classi selezionabili prima di ogni avventura; ognuna di queste possiede un suo albero di skill passive attivabili con la suddetta valuta di gioco. Non ci sono limitazioni per ciò che concerne la scelta della classe, più giocatori possono ovviamente scegliere la stessa ma dal nostro punto di vista è sempre bene, per ovvi motivi, equipaggiare abilità diverse rispetto agli altri compagni d’avventura.
Il gioco offre anche una modalità competitiva online dove i ritmi di gioco sono fin troppo veloci per via delle dimensioni ridotte delle mappe a vantaggio di tutti quei giocatori che sono riusciti già a sbloccare le abilità migliori nonché le armi più avanzate; il risultato si traduce quasi sempre con la morte a pochi passi dal punto di spawn.
Tecnicamente ci troviamo di fronte ad un titolo ben curato sia per ciò che concerne modelli e texture che ricoprono i personaggi, gli oggetti e le ambientazioni sia per la fluidità che mantiene nonostante la quantità di nemici presenti su schermo contemporaneamente.
World War Z non è un titolo che si acquista per la sua trama e nemmeno per la sua modalità PvPvZ, anzi, dal nostro punto di vista sarebbe stato meglio eliminare quest’ultima parte in favore di una campagna più lunga. Bastano circa una decina di ore per completare tutti gli scenari e di conseguenza la rigiocabilità è dettata per lo più dalla decisione di voler sbloccare tutti i miglioramenti delle armi e le abilità delle classi preferite. Saber Interactive è tuttavia riuscita con successo a creare un gioco che colmasse il vuoto lasciato dalla serie Left for Dead, divertente da affrontare in cooperazione con altri giocatori ed incredibilmente stabile sotto il profilo tecnico… consigliato!