Sin dal principio abbiamo sempre ritenuto che Anthem fosse un progetto ambizioso ed anche un degno concorrente a titoli come Destiny o The Division. Nella realtà dei fatti invece il titolo di casa Bioware fatica a colmare le sue stesse lacune, molte delle quali già presenti nella demo. Proviamo ad analizzare insieme i pregi ed i difetti di questa nuova IP.
L’Inno della Creazione è ciò che ha dato vita a tutto, una sorta di forza divina che in molti venerano mentre altri ancora bramano, come il Dominio con a capo lo Scrutatore. Non tanto lontano dalle grinfie di quest’ultimo si erge con le sue altissime mura Fort Tarsis, un avamposto dove gli umani si difendono dalle belve feroci che scorrazzano lungo le terre selvagge di Bastion ma anche da altre minacce quali banditi, contrabandieri, Metamorfici e Razziatori.
All’interno di Fort Tarsis il giocatore interpreta uno Specialista, un pilota addestrato all’utilizzo di particolari tipologie di Strali, le armature simbolo di Anthem. Poi ci sono i semplici Lancieri, ovvero i piloti di Strali comuni, i soldati privati chiamati Specialisti, i Codificatori in grado di comunicare telepaticamente con i Lancieri per il supporto logistico in battiglia ed infine gli studiosi e scenziati Arcanisti.
Fatta chiarezza sulle fazioni che compongono la società di Fort Tarsis e che per ognuna di esse ci si interfaccia con dei rappresentati per acquisire incarichi primari e secondari, non possiamo negare come tutto ciò che riguarda il mondo di Anthem non sia interessante né tantomeno complesso.
Tuttavia è il ritmo con cui si sviluppa la storyline ad essere molto frammentario e lento, quasi in contrapposizione con la frenesia e la caoticità delle missioni vere e proprie. Il forte, che di fatto funge da hub del gioco, non pullula di “vita” e gli unici npc presenti non hanno una vera routine, a prescindere dall’ora del giorno, piuttosto stazionano sempre nello stesso punto. Parlare con i cittadini, inoltre, sblocca alcune funzioni fondamentali a patto di volersi sorbire conversazioni di poco interesse con la falsa illusione di poterne cambiare l’esito attraverso la scelta di risposte multiple; possiamo assicurarvi che la cosa non funziona assolutamente. Tutte le nozioni apprese all’interno del forte o durante l’esplorazione vengono poi racchiuse all’interno di un Codex (come in Mass Effect ndr), consultabile in un apposito menu nel caso in cui vi sfuggisse qualche passaggio fondamentale della trama.
Se il lato GDR di Anthem non è stato propriamente approfondito, dal punto di vista del gameplay il looter shooter in terza persona di casa Bioware convince in quanto a sensazione resa dagli Strali durante i movimenti ed i combattimenti. Partendo dalle nozioni base, le armature disponibili sono suddivise in quattro tipologie e possono trasportare un massimo di due armi ciascuna e quattro abilità di cui una definitiva. La personalizzazione è dunque rilegata alla Fucina, dove è possibile equipaggiare e craftare abilità ed armi di varia rarità a patto che il giocatore abbia precedentemente acquistato o raccolto i giusti materiali; l’equipaggiamento leggendario, di colore giallo, possiede degli efficaci perk unici in grado di influire anche sulle statistiche dello Strale.
Le classi di armature, invece, si suddividono in: Guardiano, il più versatile tra tutti gli Strali ed in grado di destreggiarsi meglio in qualsiasi situazione, il Colosso esente da scudi energetici ma equipaggiato con uno scudo metallico per ripararsi e caricare i nemici, l’Intercettatore agile e dotato di pochi scudi predilige il corpo a corpo ed infinte il Tempesta che sfrutta le proprie abilità elementali dalla distanza.
Ogni classe ha quindi caratteristiche ben precise ed anche le combo generate da queste si differenziano l’una dall’altra; attivarne una richiede, oltre al danno puro, un’abilità cosiddetta “primer” affinchè il nemico venga marchiato e successivamente una “detonatore” per sprigionare l’attacco devastante.
La particolarità dei combattimenti di Anthem sta proprio nella possibilità di poterli affrontare anche in volo. I reattori posteriori degli Strali permettono, salvo surriscaldamento, di raggiungere rapidamente le posizioni di copertura oppure di attaccare il nemico sfruttando il volo stazionario. Ciò aggiunge senza ombra di dubbio una notevole dinamicità negli scontri, grazie anche ad una buona reattività/immediatezza dei comandi dello Strale.
I nemici, tuttavia, non brillano di particolare intelligenza ed anche al raggiungimento della difficoltà massima, sbloccabile al livello 30, questi tendono semplicemente ad assorbire più colpi e fare più danni senza alcuna variazione tattica.
Qualsiasi incarico il giocatore riceva da Fort Tarsis o dagli eventi casuali della modalità libera, prevede spesso e volentieri l’annientamento di orde nemiche, la raccolta di sfere di luce o di oggetti di varia natura. Le Roccaforti, invece, similmente ai raid di Destiny sono più interessanti e complesse per via del boss finale ma attualmente ce ne sono soltanto tre. La varietà davvero esigua di attività in Anthem è altresì minata da caricamenti frustranti; unirsi ad una spedizione online equivale a dover subire un primo, ovvio, caricamento per accedere alla partita dell’host ed uno successivo per raggiungere il gruppo. Persino al passaggio dalla Fucina a Fort Tarsis è richiesto un caricamento e cosa ben più grave, se si finisce k.o. durante uno scontro e i membri del gruppo sono crashati oppure hanno abbandonato la partita, si è impossibilitati dall’usufruire del menu per tornare all’hub: bisogna necessariamente riavviare il gioco.
Troviamo poi totalmente superflua la necessità di aggiungere due npc vendor dato che entrambi condividono le stesse schermate/merci e proprio non capiamo perché quest’ultime siano così poche (eccetto i materiali per il crafting) e vengano aggiornate ogni tre giorni. Tra l’altro, non tutti gli item estetici messi in vendita possono essere visti in anteprima, specialmente le aerografie, ed avendo costi elevati il giocatore è costretto a doverli acquistare ad occhi chiusi.
Abbiamo avuto la possibilità di testare la versione PC di Anthem e di constatare la bellezza del mondo realizzato da Bioware con i settaggi ad ultra. Salvo sporadici pop-up, siamo rimasti affascinati da Bastion e dalle rovine che lo compongono, oltre che ad uno stabile frame rate anche nelle fasi più concitate. Non sono da meno i dettagli degli strali, dei nemici e dei cittadini di Fort Tarsis anche se quest’ultimi non eccellono quanto ad espressività; piuttosto il loro recitato in lingua italiana convince e si attesa su buoni livelli.
Anthem non è riuscita a fare breccia nei nostri cuori come ci aspettavamo, molti aspetti denotano quasi una scarsa partecipazione del team di sviluppo nel voler creare l’esperienza perfetta. E’ un titolo che ha senza ombra di dubbio delle potenzialità ma che, per via dei numerosi problemi sopra elencati, non riesce ad esprimersi e guadagnare un posto nell’olimpo dei looter shooters.
Nell’end-game il gioco non migliora affatto, piuttosto vi costringerà a ripetere sempre le stesse missioni/eventi/roccaforti al fine di guadagnare l’arma leggendaria perfetta ma…a quale scopo? Pompare il proprio Strale senza poterne scaricare la furia nella giusta varietà di contenuti non è affatto appagante. Vi consigliamo l’acquisto soltanto durante i primi sconti poiché, che lo giochiate in compagnia di amici o in solo, vi regalerà comunque qualche ora di divertimento prima del sopravvento della ripetitività.
Gli sviluppatori, d’altro canto, hanno già annunciato i primi contenuti gratuiti previsti per questo mese; ci auguriamo che Anthem possa rimanere ancora in piedi come le mura della sua roccaforte più famosa.