MUTANT YEAR ZERO: ROAD TO EDEN - RECENSIONE

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 17.12.18

Scioglimento dei ghiacciai, peste rossa e guerra atomica, sono queste le cause che hanno decimato la razza umana e ne ha modificato geneticamente una parte, come nel caso di Dux e Bormin, i due mutanti con cui la storia di Mutant Year Zero: Road to Eden si apre al giocatore. I due, entrambi esploratori, vivono e lavorano nell’Arca, l’ultimo baluardo costruito dagli uomini per difendersi dalla follia diffusa al di fuori di essa.
Nella Zona, così viene definita ciò che si estende all’infuori dell’Arca, prevale la violenza e la totale assenza di regole ed è proprio lì che il giocatore dovrà spingersi, oltre i confini conosciuti.
Noi, intesi come mondo attuale e moderno, siamo definiti dai personaggi del gioco come gli “Antichi” e molti degli oggetti di nostro uso comune vengono qui definiti in maniera sommaria e volutamente errata. Non di rado si assiste a diatribe sull’originale impiego di quelle che loro chiamano “reliquie”, come potrebbe essere una radio portatile, un saldatore, un iPod o tanti altri oggetti che infine si rivelano non soltanto utili nel gameplay ma anche nell’arricchimento della trama, strappandoci più di un sorriso.

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Mutant Year Zero: Road to Eden è uno strategico a turni con visuale isometrica che combina il sistema di combattimento di XCOM alle fasi di esplorazione e stealth.
Tutte le zone della mappa, infatti, sono collegate tra loro e possono essere battute liberamente alla ricerca di risorse o nemici da affrontare silenziosamente o meno. Durante l’ingaggio il gioco si mette automaticamente in pausa, facendo comparire sotto i piedi dei protagonisti una griglia dove visualizzare il range dei loro movimenti e quello delle armi; l’interfaccia inoltre segnala in maniera molto chiara e pulita le percentuali di danno e dei critici di ogni singolo attacco.
Muoversi od attaccare un nemico consuma punti azione e generalmente sono soltanto due quelli a disposizione di ogni singolo personaggio, pertanto è necessario ponderare bene le mosse nel proprio turno onde evitare di rimanere scoperti al fuoco nemico. Proprio come in XCOM sparare dalle coperture è una decisione più che saggia, ma sappiate che gli ambienti sono totalmente distruttibili ed un avversario in possesso di un lanciagranate o di una abilità di sfondamento può rivelarsi una bella gatta da pelare.
Le armi silenziate possono aiutarvi a mantenere un basso profilo e, quando possibile, eliminare la minaccia senza che allerti altre unità nei paraggi. Non pensate però che sia un lavoro così semplice, spesso vi toccherà seguire l’obiettivo per colpirlo nel giusto momento e sperare che le armi silenziate in vostro possesso riescano a fare lo sporco lavoro in un unico turno.
A dare un pizzico di varietà ai combattimenti sono la possibilità di schierare singolarmente i personaggi in posizioni strategiche ancora prima dell’ingaggio e, cosa di maggior rilievo, le mutazioni. Ogni esploratore ha un proprio ramo delle abilità attive e passive attivabili attraverso i punti guadagnati ad ogni level up; Bormin, ad esempio, può scattare e sparare ignorando il limite dei suoi punti azione, Dux invece può sfruttare il volo per un turno e colpire i nemici dall’alto, molte altre le scoprirete da voi.
Quando la fortuna non riesce a trovare la giusta strada nell’esito della battaglia, sarete voi a doverla spronare spendendo i rottami guadagnati dai mercanti dell’Arca. Quest’ultimi vi permetteranno di modificare le statistiche delle armi o migliorarle con accessori di varia natura, oltre che acquistare provviste utili quali medikit, granate ed armature. Il barista dell’Arca, invece, accetterà ben volentieri le reliquie scovate in giro, quelle di cui vi parlavamo ad inizio articolo, in cambio di abilità passive molto utili al party.

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Dal punto di vista tecnico ci sentiamo di segnalare solo un'unica pecca ovvero la gestione della telecamera durante le fasi di combattimento; ci è capitato spesso di non riuscire a puntare correttamente i nemici se non obbligandoci a ruotare la visuale in un determinato modo. Tuttavia, ciò non ci ha distolti dall’ottima direzione artistica del titolo e dall’elevata qualità grafica generale; i personaggi presenti nel mondo di gioco sono ben curati in ogni singolo dettaglio, mentre le aree sembrano delle piccole bomboniere dove la natura ha cercato prepotentemente di sopraffare l’operato distruttivo dell’uomo.
The Bearded Ladies Consulting è riuscito a sviluppare un titolo originale nonostante l’eccessivo abuso della sua tematica. Nell’impresa sono venuti alla luce dei personaggi molto carismatici e ben caratterizzati in grado di tenere ben teso il filo della narrazione anche al di fuori delle classiche cut-scene.
Chi ha già apprezzato il combat-system di XCOM troverà pane per i propri denti, grazie ad un’interfaccia più chiara ed abilità attive in grado di variegare gli scontri. L’IA nemica vi darà del filo da torcere anche a difficoltà normale costringendovi talvolta a ricaricare l’ultimo salvataggio, ma basterà un po’ di pazienza, la giusta tattica ed un pizzico di fortuna per ripartire con lo slancio. Ma la vera questione è la seguente: avete il coraggio di affrontare la Zona?!

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