RED DEAD REDEMPTION 2 - RECENSIONE

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 03.12.18

Prima dell’uscita nei negozi di Red Dead Redemption 2 abbiamo letto e sentito tante cose sul suo conto, molte delle quali erano vere, mentre altre ci sembravano così assurde e potenzialmente superflue da sembrare soltanto il frutto dell’immaginazione collettiva. E invece no, l’opera di Rockstar Games è davvero un insieme di incredibili tasselli che vanno a comporre un’opera completa sotto ogni punto di vista; si tratta di un risultato che dopo otto anni d’attesa ha già segnato un nuovo punto di partenza per tutti gli altri titoli tripla A futuri.
Non è più così tanto semplice mantenere un certo stile di vita nel selvaggio West, in particolar modo dopo l’arrivo del progresso post guerra di secessione. Dutch Van der Linde e la sua posse sanno bene che tutti quei valori morali, che da sempre li hanno contraddistinti e resi famosi in tutti gli Stati Uniti, sono destinati a crollare come un castello di carta sotto il peso degli eventi. Nonostante ciò professano di voler essere uomini e donne liberi dalla civilizzazione costituita da regole fin troppo ferree ed alle quali si oppongono, anche con la violenza, pur di sopravvivere. Il sangue chiama sangue e basta un attimo affinché parte del paese si metta alla ricerca delle loro teste, vivi o morti non fa differenza. Accade un evento scatenante, una rapina nella quale muoiono civili e membri della famiglia allargata di Dutch, adesso costretti a vagare di territorio in territorio per trovare riparo ed un po’ di calma per pensare a come cavarsela fino al giorno successivo.
In questo lungo viaggio di redenzione conosciamo Arthur Morgan, veterano e punto di riferimento dei membri della banda, trascinato anch’egli verso scelte di vita opinabili e molto spesso anche al centro di situazioni particolarmente complicate a difesa dei propri compagni.
Dobbiamo fermarci a questa breve sintesi per evitarvi spoiler di qualsivoglia entità, anche se riteniamo necessario dirvi che Rockstar Games ha confezionato una delle più belle trame mai viste da qualche anno a questa parte. Per comprendere ciò è necessario fare chiarezza sulla natura stessa del gioco che stiamo analizzando perché Red Dead Redemption 2 è il titolo che si avvicina di più al concetto di mondo aperto e “vivo”. Ogni singolo personaggio che incrocerete nel corso dell’avventura avrà una storia da raccontarvi e badate bene che non parliamo soltanto di coloro che rivestono un ruolo principale nella trama, ma anche e soprattutto degli altri npc in giro per la vastissima mappa.
Verrete letteralmente travolti dagli eventi, spesso per puro caso, ma in un modo così fluido da farvi sentire parte integrante di un mondo vero, quasi tangibile. La narrazione passa dalla bocca di personaggi sempre ben caratterizzati, alternando alle fasi riflessive quelle più movimentate ad altre ancora più ilari; lo fa esattamente con il medesimo tempismo delle grandi pellicole cinematografiche, quelle in grado di tenere lo spettatore attento dall’inizio alla fine.

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In un mondo così vivo il risultato delle vostre scelte ricadrà sull’atteggiamento che avranno i personaggi nei confronti di Arthur, che di conseguenza vedrà il proprio Onore aumentare o diminuire. Chiaramente i dialoghi non avvengono unilateralmente, il protagonista può infatti interagire con qualsiasi npc attraverso un apposito menu per provocarli, minacciarli o semplicemente scambiarci due chiacchiere.
Tale profondità di interazione con l’ambiente circostante viene amplificato, come accennato qualche riga sopra, da eventi randomici; vi capiterà, ad esempio, di assistere o provocare accidentalmente una rissa all’interno di un saloon, soccorrere qualcuno in pericolo, essere derubati da malintenzionati o sfidati in attività di vario genere. Ogni singolo individuo ha una propria routine giornaliera, una folta lista di battute e reagirà in modo unico alle vostre sollecitazioni, talvolta vi basterà rimanere immobili per qualche istante in un posto affollato per capire la cura maniacale riposta in questo aspetto del gioco.
Sul finire dell’800 la sopravvivenza non era ancora una cosa di poco conto; nonostante la tiepida aria di modernizzazione gli uomini si affidavano ai cavalli per i viaggi ed i lavori pesanti e prendersene cura poteva essere paragonabile a quello che ai giorni d’oggi è la manutenzione di un veicolo. Ed è proprio per il realismo a cui mira Red Dead Redemption 2 che i viaggi rapidi sono accessibili soltanto acquistando un biglietto del treno o pagando una diligenza, sempre ammesso che abbiate la fedina penale pulita. Un’altra valida alternativa è quella di affidarsi al proprio destriero per attraversare liberamente la frontiera, curandone i bisogni principali, quali cibo e strigliatura, ed instaurando con esso anche un legame di fiducia. All’interno delle stalle si possono acquistare cavalli di razza, personalizzare il loro aspetto e quello della sella, nonché acquistare tonici specifici atti a rinvigorirli e renderli instancabili per un determinato lasso di tempo. Persino lo stesso Arthur se denutrito rallenterà (o fermerà) la propria rigenerazione della salute e resistenza; non pensiate, poi, di poter scalare le montagne innevate o camminare sotto il sole cocente senza un adeguato vestiario, perché equivarrebbe a morte certa.
La stessa attenzione dovrà essere riposta anche nell’equipaggiamento che utilizzerete durante le scorribande, con lo sporco le armi possono diventare inefficienti; è consigliabile pulirle spesso e, fondo cassa permettendo, modificarne le meccaniche per migliorarne le statistiche di base magari con il supporto di munizioni appropriate oppure cambiarne i colori dei componenti ed addirittura inciderli. L’estetica è importante anche durante gli scontri a fuoco, no?
Sia chiaro che non è ammissibile andare tranquillamente in giro con le armi spianate, avere una taglia sopra la testa comporta l’innalzamento della sicurezza nel luogo dove avete commesso il crimine ed il rischio di finire nelle tracce dei cacciatori di taglie. Per evitare questi spiacevoli inconvenienti mentre mettiamo a ferro e fuoco i centri abitati basterà cambiare aspetto, indossando nuovi abiti o tagliando capelli e barba, mascherare il volto dietro una bandana oppure saldare il debito con le autorità e fare finta che non sia mai accaduto nulla.
Darsela a gambe non è comunque un atteggiamento da vero cowboy e qualora decidiate di affrontare i vostri nemici, cosa che vi capiterà di frequente, avrete a disposizione il valido sistema di copertura già visto in Grand Theft Auto V che vi permetterà di tirare il fiato nelle fasi più concitate e di sfruttare il menu rapido delle armi per selezionare quelle più adatte al momento.

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Le migliaia di attività presenti nel gioco vi permetteranno di esplorare in lungo ed in largo la sconfinata mappa ed apprezzarne la qualità tecnica; il motore RAGE non gestisce soltanto tutto ciò di cui abbiamo abbondantemente parlato finora ma anche un sistema meteo dinamico e di illuminazione globale in grado di stravolgere gli ambienti. Immaginate di cavalcare in una pianura rigogliosa e notare l’avvicinamento di una tempesta oppure camminare tra la vegetazione di un bosco alla ricerca di una preda da cacciare ed essere improvvisamente circondati da una fitta nebbia; non esiste un’area di gioco che non vi possa sorprendere quanto a bellezza e ricchezza di dettagli. Questa è la parola magica che rende le produzioni Rockstar Games le più apprezzate di sempre, la cura nei minimi particolari e ce ne sono così tanti che bisogna assolutamente vederli per poterli apprezzare nel loro complesso. Quando andrete a raccogliere un qualsiasi oggetto da terra o da un qualsivoglia ripiano, questo non comparirà magicamente nelle mani di Arthur ma partirà un’apposita animazione, così come i suoi vestiti si sporcheranno di sangue o di fango, la sua pelle si rovinerà a seguito di una rissa, i suoi capelli e la sua barba cresceranno con il passare del tempo. Negli spazi aperti la fauna ha vita propria e si muoverà indomita, spaventata o meno dalla vostra presenza, in gruppo oppure in solitaria le varie razze interagiranno tra di loro cacciandosi a vicenda oppure aspettando la giusta occasione per banchettare con una carcassa fresca abbandonata alle intemperie. Lì dove l’uomo è riuscito a trovare una sistemazione definitiva, la storia americana del 1899 viene trasudata dalle tipiche architetture degli edifici, dai suppellettili sistemati maniacalmente all’interno di questi, dalle carrozze che lentamente si muovono nelle strade di terra battuta, dalle donne di facili costumi che salutano i viandanti dai balconi dei motel, dagli uomini che barcollanti lasciano i saloon in piena notte dopo qualche giro di blackjack.
Ciò si fonde con grande maestria alla colonna sonora di Woody Jackson che conta quasi 200 brani, abbastanza da regalarvi attimi di pura pace interiore intervallatati da ritmiche più movimentate durante le fasi di maggiore tensione. Ineccepibili anche le voci prestate al doppiaggio dei personaggi, vale davvero la pena ascoltarle in lingua originale per apprezzarne gli accenti e tutte quelle espressioni che altrimenti, in lingua italiana, si perderebbero inevitabilmente.
Occorrono circa ben sessanta ore per completare la trama principale escludendo tutte le attività secondarie, senza contare la modalità online lanciata in fase beta da qualche giorno a questa parte che offrirà ai giocatori un divertimento costante nei mesi a venire. Nel corso di questa recensione abbiamo omesso alcuni elementi non soltanto per darvi la possibilità di scoprirli da soli ma perché riteniamo fermamente che Red Dead Redemption 2 debba essere vissuto in prima persona per comprenderlo a pieno. E’ un titolo che gestisce egregiamente l’equilibrio tra gameplay e narrazione imperlato da un comparto tecnico senza precedenti, anche se quest’ultimo non proprio esente da piccole imperfezioni (come i controlli non sempre precisi ndr) che nel complesso generale non intaccano minimamente l’esperienza di gioco.
Se quanto avete appena letto vi ha convinti, fatevi questo regalo perchè ve lo meritate.

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