I ragazzi di Rym Games ci hanno offerto la possibilità di esplorare e sopravvivere all’interno del loro primo progetto, chiamato “The Conjuring House”. Il loro tentativo è quello di aprirsi uno spiraglio nell’affollato genere dei survival-horror, capeggiato sì dagli irriducibili tripla A e, talora, puntellato di idee originali che possono fare sempre la differenza.
Abbiamo, quindi, acquistato un biglietto di non ritorno per il fatiscente maniero Atkinson, il cui proprietario è deceduto in circostanze alquanto particolari. Noi, invece, siamo chiamati a cercare i membri della nostra spedizione all’interno della casa, anche loro misteriosamente scomparsi nel nulla. Inoltre, proprio dentro il maniero si aggira una presenza demoniaca con intenzioni decisamente ostili nei nostri confronti. Per sconfiggerla, dobbiamo trovare cinque artefatti e distruggerli con il fuoco; l’unico problema è che i primi quattro ci vengono raffigurati in un vecchio manoscritto mentre il quinto è un vero e proprio punto interrogativo.
Per tutta la durata del soggiorno ci si muove con la visuale in prima persona ed è così possibile apprezzare i numerosi dettagli degli ambienti, nonché i credibili giochi di luce.
Come accade in molti survival-horror degli ultimi anni il protagonista non possiede armi e non sa utilizzarle, piuttosto può interagire in maniera molto blanda con ciò che lo circonda e servirsi dell’illuminazione di una torcia. La perenne sensazione di sentirsi indifesi rispetto alle prepotenti minacce della casa è una meccanica che abbiamo già visto più volte in altri titoli e ciò nonostante funziona. Il vero problema di fondo del gioco che stiamo analizzando è quello di essere vittima delle sue stesse meccaniche – un po’ trite e ritrite – che sfociano in un’esperienza lenta ed a tratti snervante.
Le stesse batterie della torcia, ad esempio, si consumano troppo velocemente, obbligandoci spesso e volentieri a dover percorrere intere sezioni al buio, facendoci sfuggire alcuni particolari importanti per il proseguimento della storia. I salvataggi automatici non esistono, pertanto anche in questo caso bisogna muoversi da un’area all’altra per entrare in una particolare stanze e salvare manualmente i propri progressi. Apparentemente queste segnalazioni possono sembrare di poco conto, se non fosse per la conformazione labirintica del maniero; in certi frangenti non abbiamo fatto altro che girare e rigirare negli stessi corridoi e stanze prima di trovare la giusta strada. Ciò è dovuto anche ad un ulteriore problema, più grave, legato proprio alla risoluzione degli enigmi per progredire nell’avventura.
Tralasciando il continuo cercare la chiave X per aprire la porta Y, alcuni puzzle non possono essere risolti se non dopo aver esaminato/ interagito con oggetti od eventi anche scollegati tra loro. Questa bizzarra meccanica allunga negativamente la longevità, in quanto il giocatore rischia di impazzire e di perdere molto tempo stando dietro ad una soluzione che non ha alcun nesso logico.
The Conjuring House vanta un motore grafico notevole, quale l’Unreal Engine 4, che in questo caso specifico non è stato ottimizzato al meglio per gli evidenti cali di frame-rate che abbiamo riscontrato. Fermo quanto sopra, non possiamo negare l’inquietante bellezza della Atkinson Mansion (e dei suoi orrori ndr) anche se per i nostri gusti c’è un eccessivo utilizzo del filtro granuloso. I movimenti del protagonista risultano un pò rigidi ed imprecisi soprattutto nella corsa, l’unica tattica di difesa adeguata contro la “presenza” di cui vi parlavamo ad inizio articolo. Il comparto sonoro è abbastanza convincente, tranne per l’aberrante doppiaggio in lingua originale.
In conclusione, The Conjuring House è un titolo in cui è stata profusa molta passione da parte degli sviluppatori e che, tuttavia, soffre di un gameplay troppo scontato e palesemente ripetitivo. Si pregia di una buona ambientazione e di discreti momenti di terrore/jumpscare ma ciò non basta a farlo entrare nella lista dei nostri survival-horror preferiti. Gli appassionati del genere possono fare questo salto nel buio…ma con le giuste precauzioni!