Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 08/04/2025
C’è qualcosa di incredibilmente rilassante nel plasmare una metropoli a proprio piacimento: pianificarne nei minimi dettagli le arterie principali, decidere se e dove un tram passerà tra imponenti residenze ed esercizi commerciali, e scegliere se orientarsi verso il green oppure verso un’industria dall’impatto inquinante massiccio.
Questo è ciò che mi succede ogni volta che avvio TheoTown, un titolo dal nome curioso, il cui significato non mi è del tutto chiaro, e che mi è stato consigliato tempo fa nel gruppo Telegram di N3rdcore. Mi piace pensare che Lobby Divinus, lo sviluppatore, abbia voluto unire la parola 'città' a 'Theos', ovvero 'Dio' in greco, quasi a volerci mettere nei panni di un creatore. Nome a parte, TheoTown è per me un possibile richiamo, su sistemi moderni, al buon e caro SimCity 2000 sviluppato a metà degli anni ’90 da Maxis. Graficamente gli si avvicina pure, colpendomi senza vergogna nel mio scopertissimo lato nostalgico: coloratissimi pixel che si fondono fino a creare quel piccolo angolo di paradiso frutto della mia mente.
Come da tradizione del genere gestionale/strategico, vestendo i panni del sindaco ci si ritrova a gestire tutte le esigenze dei propri cittadini: acqua, elettricità, smaltimento dei rifiuti e, naturalmente, servizi fondamentali come istruzione, religione, sicurezza contro la criminalità e protezione antincendio. È da qui che parte tutto, il primo passo per costruire una città funzionante e intravedere un barlume di prosperità.
TheoTown mette a disposizione diverse schermate utili che mi aiutano a comprendere non solo la domanda di zone residenziali, commerciali o industriali, ma anche il livello di felicità dei miei cittadini. Questo dipende da fattori come il carico fiscale che ho deciso di imporre o la vicinanza a fonti di inquinamento acustico.
I cittadini insoddisfatti si rivoltano per strada, paralizzano il traffico e, nei casi peggiori, abbandonano la città. E a quel punto, lo ammetto, la tentazione di scagliare volontariamente una catastrofe devastante su tutto ciò che ho costruito tra tornado, alluvioni, attacchi UFO, meteoriti e incendi, diventa fortissima. Scherzo, ovviamente. Prima di farlo salvo sempre la partita.
Per quanto io abbia una naturale predisposizione a creare metropoli affollate, con zone ad alta densità, aeroporti, treni, metropolitane e autobus che scorrono tra grattacieli e parchi sempreverdi, è giusto sottolineare che l’esperienza di gioco in TheoTown può essere personalizzata fin nei minimi dettagli. Si può scegliere di affrontarla in maniera classica, con un occhio al bilancio e alla gestione delle risorse, oppure trasformarla in un vero e proprio sandbox dove tutto è subito disponibile: nessuna preoccupazione per i conti in rosso o per eventuali prestiti bancari.
Volete realizzare un piccolo villaggio rurale, con un treno merci che sbuffa in lontananza? Fatto. Preferite una rete di megalopoli interconnesse da una fitta trama autostradale? Anche questo è possibile.
Insomma, TheoTown offre la libertà di sbizzarrirsi e costruire pezzo dopo pezzo il proprio mondo ideale, con una flessibilità rara.
E sebbene esista anche una versione mobile, quella disponibile su Steam - che sto giocando - è priva di pubblicità e microtransazioni. Al contrario, integra una comodissima funzione per scaricare “plugin”: vere e proprie mod create dalla community che, con un semplice click, aggiungono shader, edifici, strade, alberi, monumenti e tutto ciò che serve per rendere ogni città ancora più unica.
Adesso torno a gestire il fronte mare della mia creazione, un mix tra quello di San Paolo del Brasile e la Miami che ricordo dai telefilm polizieschi degli anni Novanta. I miei cittadini sono particolarmente esigenti e non ho nessuna intenzione di deluderli!
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